Politica

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Venerdì sera la Società operaia cattolica di Pontedecimo ha organizzato un incontro tra la popolazione e il cardinale Angelo Bagnasco. Non avendo, però, locali ampi a sua disposizione ha chiesto in prestito la sede alla Fratellanza, storica società operaia legata al vecchio Pci che sempre ha raccolto oceanici consensi nella delegazione della Valpolcevera. Una “larga intesa” premiata da una vastissima partecipazione e da una chiacchierata tra l’arcivescovo capo della Cei e il popolo, di notevole livello culturale.

C’era, all’inizio dell’incontro, qualche lieve preoccupazione tra gli organizzatori sulle domande che potrebbero essere state rivolte al cardinale nel pieno di una campagna elettorale dove i temi economici e fiscali si mescolano a quelli dell’etica, dell’aborto, del rapporto tra politica e fede religiosa e sul fatto che il principe della Chiesa genovese entrasse nella tana dei “rossi”.

Niente di tutto questo. Ma l’aspetto bello dell’incontro è stato l’onesto rispetto dei ruoli e delle idee. Il vicepresidente della Fratellanza nel suo discorso introduttivo ha ribadito con fermezza la storia dell’associazione, sottolineandone le radici marxiste e la solidarietà legata ai valori del vecchio Pci valpolceverasco. Bagnasco ha esaltato i valori della solidarietà cristiana, ribadendo punto su punto i principi cattolici, la forza della fede come baluardo nella difesa della ragione. Segno di altissimo livello che le larghe intese in Valpolcevera si realizzano senza bisogno di rinnegare le proprie idee, anzi o di cancellare le proprie bandiere.

La differenza nell’incontro di Pontedecimo tra il numero tre del Vaticano con la popolazione della delegazione più rossa della rossa vallate e la politica di questa campagna elettorale è fin troppo evidente: in Valpolcevera il livello culturale era alto. Molto alto.Nella campagna elettorale è tanto basso che quasi non si riesce a vedere.