cronaca

2 minuti e 7 secondi di lettura
Le porte della cattedrale di San Lorenzo a Genova chiuse, la musica suonata dall’organo che è più forte della chiusura e che si sente in questa piazza così vuota così deserta. Questa è l’immagine che mi porterò di questa Pasqua diversa, così come la signora affacciata dalla finestra: “Buona Pasqua la sto guardando in tv, buon lavoro grazie” e i tanti cenni con le mani scambiati con le forze dell'ordine e gli operatori Amiu così come i soccorritori.

In questa giornata di sole senza neanche una nuvola dal clima primaverile queste parole mi hanno commosso non mi vergogno a dirlo. Tantissimi liguri ci ringraziano mentre ci incontrano o ci vedono dalle finestre raccontare questa emergenza Coronavirus con 13 ore di diretta al giorno da settimane. Ho perso il conto perché anche la mia vita è stata travolta dal Covid-19 i giorni si susseguono, cerco di raccontare quello che vedo. Cerco di raccontare quell’umanità bella che abbiamo un po’ tutti riscoperto, cerco di capire ogni giorno qualcosa di più su questo virus grazie a quei medici in prima linea che da settimane mesi si mettono a disposizione per rispondere alle mille domande, dubbi che abbiamo tutti.

Nessuno di noi sarà più lo stesso dopo questa pandemia, io in questo giorno di Pasqua, segno di speranza e quanto mai di rinascita, voglio credere fortemente che saremo tutti un pochino migliori, io per prima. Lo dobbiamo alle vittime, alle loro famiglie che soffrono un dolore nel dolore, lo dobbiamo ai medici infermieri a tutti gli operatori sanitari che da giorni sono in prima linea. Non basta chiamarli eroi e loro non vogliono neanche. L’unica cosa che chiedono è il rispetto delle regole perché la battaglia è ancora lunga. Io in questa domenica di sole limpida davanti alle porte chiuse della cattedrale di San Lorenzo vedo i volti coperti dalle mascherine, i corpi che si muovono in tute bianche con i calzari, visiere.

Sembra tutto freddo, ma soprattutto vedo gli occhi quelli che rimangono fuori dalle mascherine e gli occhi degli operatori sanitari non mentono: stanchezza, rabbia, frustrazione, paura ma anche e soprattutto umanità. In queste porte chiuse vedo volti dei pazienti del reparto Covid di Sestri Levante immagini registrate da medici e infermieri che raccontano il ritorno alla vita, la gioia, la commozione, l’umanità, la riconoscenza.

Si oggi con me
in questa piazza deserta ci sono tutti loro. Grazie a ognuno di voi.