Politica

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Aria di elezioni anticipate e anche in Regione tira un venticello capace di smuovere parecchie cose.

Incominciamo dal partito democratico. Deve rispettare alcune regole, deve mettere in pratica alcuni buoni propositi. Il più delicato, fare posto al cinquanta per cento di donne. Poi bisogna vedere se vale ancora la regola dei due mandati e basta. Quello che sta per finire nel quale non è stato possibile maturare l’anzianità per la pensione va considerato o no? In ogni caso lo statuto del partito democratico prevede tre mandati, quindi se fosse applicato questo, il problema sarebbe superato. Infine l’apertura tanti declamata all’esterno. Ed ecco che i conti non tornano e gli spazi per le candidature si restringono. I nomi. Graziano Mazzarello lascerebbe. Sabina Rossa verrebbe riconfermata. Anche Longhi sarebbe fuori perché passato alla sinistra. Vorrebbe entrare l’attuale segretario regionale Mario Tullo. Ci sarebbe, poi, qualche catapultato da Roma, uno o due. E gli ex della Margherita? Banti cercherà di resistere, Benvenuto verrebbe riconfermato, forse sarebbe “disponibile” l’attuale vicepresidente della giunta, Massimiliano Costa.

Nel centro destra molto si gioca sul ruolo di Sandro Biasotti. Potrebbero fargli fare un rapido passaggio parlamentare (un anno e mezzo) per poi candidarlo alla presidenza della regione. Lui, così, lascerebbe il posto ( e la maturazione della pensione) a un altro. Gigi Grillo non avrebbe problemi, così come alcuni fedelissimi ponentini del super candidato Scajola. Il problema è Alfredo Biondi: riuscirebbe a spuntarla ancora una volta per volere del Cavaliere? Risposta difficile. Viene dato in buona posizione Michele Scandroglio. “Bisogna vedere – commenta un “azzurro” in Regione- se Berlusconi vorrà davvero rinnovare o no”. Come a dire che scalpitano anche Orsi, Cassinelli e la stessa Oliveri. E siamo soltanto all’inizio.