cronaca

La presidente Egle Possetti a Primocanale
2 minuti e 19 secondi di lettura
“Incontreremo Mattarella e se dovessimo decidere di salire sul nuovo ponte, sarà un omaggio al Presidente, perché è la persona che ha preso la posizione di nostra difesa”. Egle Possetti, presidente del comitato ricordo vittime del Morandi, parla così a Primocanale, dopo la telefonata con il Capo dello Stato, del giorno dell’inaugurazione del nuovo viadotto. E di quell’evento che sembrava ormai intavolato, con un clima di festa che i parenti delle vittime non potevano accettare.

“Noi siamo stati duri – spiega Possetti - quando abbiamo iniziato a capire cosa sarebbe diventata questa inaugurazione. Noi come parenti non potevamo lasciar correre le idee che abbiamo sentito. Ma anche la cittadinanza non apprezzava l’idea di fare una grande festa per l’inaugurazione”.

“Dopo le nostre dichiarazioni c’è stato questo importante passo avanti e la telefonata del Presidente ha cambiato le carte in tavola”. Il comitato si incontrerà il 25 giugno nella assemblea annuale e prenderà la decisione: “Sarà l’occasione per valutare cosa faremo in occasione dell’inaugurazione del nuovo viadotto. Abbiamo già comunicato al sindaco Bucci, che ci aveva contattato subito dopo la telefonata di Mattarella, che abbiamo accettato di buon grado l’incontro con il Presidente che ci sarà in forma privata sempre nel giorno dell’inaugurazione. Decideremo se anche una nostra delegazione sarà presente. Se dovesse esserci sarà un omaggio al Capo dello Stato”.“Quel giorno sarà duro, comunque – precisa Egle Possetti - Penso che l’unico motivo che mi farebbe salire sul viadotto sarebbe quello di rendere omaggio a Mattarella.

Abbiamo chiesto al sindaco, che è stato molto disponibile, la possibilità di una nostra inaugurazione privata del cerchio degli alberi sotto il ponte, per raccoglierci in quello che è un pre-memoriale per il ricordo di queste persone. Il sindaco è stato disponibile. La data potrebbe essere proprio quella del 14 agosto. Sarà molto importante per noi vedere che lo Stato sia presente, non solo all’inaugurazione del ponte, ma anche a questo appuntamento di ricordo”.

I fatti degli ultimi giorni, i lavori imposti dalla procura, le manutenzioni partite in ritardo, portano la presidente del comitato delle vittime, ad aggiungere un’altra riflessione: “Quello che facciamo non è solo per ricordare queste 43 persone, ma è fondamentale per capire da dove arriva quello che è successo: evidentemente ci sono stati anni e decenni di trascuratezza. Tante cose ci fanno capire che non è stato un caso, ma un qualcosa di molto grande. Scavando probabilmente troveremo anche altre cose. Io non ho voglia di mollare, non posso mai accettare quello che è stato fatto alla mia famiglia”.