Oggi a Bruxelles la Commissione europea detta le condizioni a Governo e Autostrade per fare la Gronda. Si può già dire, però, che Autostrade per l'Italia ha esagerato nel chiedere troppi anni di proroga per la sua concessione o, in alternativa, aumenti abnormi (15%) su tutte le tratte autostradali di sua competenza per realizzare l'opera.
Sono il primo sostenitore della necessità di costruire la Gronda, che si sposa con un aumento dei traffici commerciali e turistici, ma non mi piace il metodo usato dal numero uno di Autostrade, Giovanni Castellucci, che spesso si è mosso senza adeguate motivazioni.
A volte si deve dire "per fortuna che c'è l'Europa", altrimenti i concessionari italiani, dentro i confini nazionali, farebbero il bello e cattivo tempo nei rapporti con le istituzioni, a partire dal Ministero competente. Ma l'Europa tratta Castellucci e company come vanno trattati, cioè come tutti gli altri, soprattutto interpretando giustamente un ruolo di controparte che porta Bruxelles a bacchettare questi concessionari se dicono cose senza senso e senza adeguate motivazioni.
Difatti, non è pensabile un aumento tariffario del 15% sull'intera rete autostradale italiana: è una sparata mediatica, che in realtà punta all'opzione apparentemente subordinata - ma che invece è quella principale - e cioè ottenere una cospicua proroga della concessione. Se anche in questo ambito vale l'esperienza dei precedenti pronunciamenti europei, ritengo che la proroga sarà autorizzata per non più di 4 o 5 anni, corrispondenti al 20 per cento della concessione residua. È avvenuto per la Francia, non credo che andrà diversamente per l'Italia.
A quel punto, però, Autostrade dovrà dire quale opzione sceglie o se di fatto rinuncerà all'operazione, ed è per questa ragione che quanto avverrà oggi a Bruxelles è tutt'altro che una formalità guardando alle sorti della Gronda. Mi auguro che la soluzione possa essere trovata al di là dell'arroganza dei concessionari, che si manifesta in modo eguale in ogni ambito. Io resto convinto che uno dei peggiori mali del nostro Paese sia proprio il sistema delle concessioni in tutti i settori: televisioni, autostrade, banchine portuali.
*senatore, componente Commissione Trasporti e Infrastrutture
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Gronda, oggi a Bruxelles ben più che una formalità
Autostrade dovrà dire se accetterà le condizIoni dell'operazione
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