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Consultazioni per il nuovo esecutivo, Orlando: "Se ha cambiato idea lo dica chiaramente"
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"Dobbiamo rendere giustizia alle 43 vittime del Ponte Morandi, avevamo pronto il decreto per iniziare la revoca delle concessioni autostradali e va fatto il prima possibile". Sul tema delle concessioni il capo politico del MoVimento 5 Stelle, Luigi DI Maio, non molla di un centimetro. E lo ribadisce anche al termine delle consultazioni con il premier incaricato Giuseppe Conte nel corso di una conferenza stampa in cui ha snocciolato di una lista di venti punti da rispettare "altrimenti si torna alle urne". Al punto numero dieci, la revoca delle concessioni ad Autostrade per l'Italia.

Le affermazioni del pentastellato sono state commentate duramente da Graziano Delrio, ex ministro alle Infrastrutture del governo Renzi-Gentiloni e 'traghettatore' del Partito democratico verso la legislatura 'giallo-rossa'. "I democratici sono impegnati a sostenere lealmente lo sforzo del presidente Conte. Questo sforzo da solo ha già fatto recuperare fiducia nell'Italia. Gli ultimatum di Di Maio al presidente incaricato sono davvero inaccettabili", ha dichiarato l'attuale capogruppo democratico alla Camera.

Anche l'ex ministro Andrea Orlando segue la moda e si affida ai social per contestare Di Maio. "Incomprensibile la conferenza stampa di Luigi Di Maio. Ha cambiato idea? Lo dica con chiarezza", scrive su Twitter il vicesegretario del Pd. "In questo momento è giusto affidarsi al lavoro e alle valutazioni del presidente del consiglio incaricato. Gli compete", gli risponde un utente, e Orlando controreplica: "Dire o si accetta il nostro programma o voto è prima di tutto una delegittimazione del presidente incaricato a cui compete adesso stilare il programma".

Il Movimento 5 Stelle, a sua volta, con una nota ha confermato la fiducia al suo capo politico. "Luigi Di Maio ancora una volta ha ribadito che per il Movimento 5 Stelle i temi sono al centro di qualsiasi azione politica. Non comprendiamo lo stupore di alcuni. Per noi conta il programma, contano le soluzioni ai problemi degli italiani, non le poltrone. E ci auguriamo che sia così per tutti". Fiducia ribadita su Twitter anche dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, parte in causa nella 'battaglia' contro Autostrade. "Ottimo Luigi Di Maio, anche su concessioni #autostrade. Partire dalle nostre battaglie e dai nostri temi è fondamentale per un Governo che serva davvero al Paese. L'identità non si baratta con nulla. Solo in questo modo si arriva al vero cambiamento. Avanti così".

In pratica, quando tutto lasciava pensare a una conclusione in discesa delle trattative per il Conte-bis tra M5s e Pd, sono arrivate le parole del capo politico M5s, Luigi Di Maio, a riportare tutto nell'incertezza. Al termine dell'incontro nella Sala dei Busti di Montecitorio col premier incaricato, Di Maio ha concluso le proprie dichiarazioni con quello che ha tutto il sapore di un aut aut ai Dem: "Abbiamo presentato alcuni punti al presidente Conte che riteniamo imprescindibili. Se verranno accolti bene, altrimenti meglio andare al voto e, aggiungo, anche presto".

Pochi minuti prima Di Maio aveva anticipato la dura chiosa del discorso, invitando a non dare per scontata la formazione del governo giallorosso: "Oggi si potrebbe dar vita a un Conte bis, uso il condizionale perché sono stato molto chiaro: o siamo d'accordo a realizzare punti del programma o non si va avanti". Ma tutte le dichiarazioni del capo politico grillino sono state improntate a una certa rigidità, almeno nei toni, anche nelle parti non incompatibili con le richieste della controparte Dem.

Prima di Di Maio, a incontrare Conte era stata la delegazione del Pd, guidata dal segretario Nicola Zingaretti, che aveva incentrato le proprie dichiarazioni sui capisaldi programmatici che a suo avviso dovrà avere il prossimo esecutivo. Zingaretti ha ribadito la necessità del "taglio delle tasse sui salari medio bassi come elemento di giustizia" e per il rilancio dei consumi" e del lavoro "con un vero e proprio piano di investimenti pubblici e incentivi per investimenti privati, le infrastrutture green e per industria 4.0", oltre che a una "rivoluzione del concetto di diritto allo studio, con la gratuità dall'asilo all'università per i redditi medio-bassi".