porti e logistica

Porto e investimenti stranieri: l'opinione di Augusto Cosulich
3 minuti e 35 secondi di lettura
Via della Seta, rischio o oppurtunità: preferire gli investimenti cinesi a quelli americani, con tutto quello che ne consegue in termini di leggi e rapporti umani e politici, è una scelta di campo che migliorerà la nostra economia? Oppure no?

L'analisi dell'editore di Primocanale Maurizio Rossi (LEGGI QUI), membro della Commissione Infrastrutture Senato XVII Legislatura, ha aperto il dibattito al quale sono invitati a partecipare esperti, imprenditori, politici.

Di seguito l'opinione di Augusto Cosulich,  managing director della Fratelli Cosulich.

Gli investimenti cinesi sono una grande opportunità, le paure sono fuori luogo
di Augusto Cosulich
*managing director Fratelli Cosulich


Mi inserisco volentieri nel dibattito aperto da Primocanale sul rapporto tra Italia e potenze internazionali e, in particolare, su quello che si dice in giro sui cinesi e sulla Via della Seta.

Premetto che io non sono un esperto di 5G e di telecomunicazioni e quindi non mi permetto di esprimere nessun giudizio al riguardo in quanto è mio costume non parlare se non conosco. Prima eventualmente mi informo e poi parlo. Vorrei che questo stesso atteggiamento fosse tenuto da coloro i quali senza sapere nulla di logistica e di shipping si permettono di rilasciare commenti e addirittura suggerimenti in questo campo.

Detto questo, dato che sono circa 40 anni che mi occupo di shipping e da circa 30 anni collaboro con I cinesi di Cosco (per chi non lo sapesse la Cosco, China Ocean Shipping Company, è il primo armatore al mondo per numero di navi e il terzo al mondo per numero di navi contenitori).

La Fratelli Cosulich ha, dal 1988, due joint venture con Cosco, la prima nel campo dell’ agenzia marittima dei contenitori, la seconda nel campo della logistica e delle navi convenzionali .

La mia esperienza con la Cina mi porta a dire che la Via della Seta è un'enorme opportunità per le imprese italiane. Incredibilmente siamo in ritardo in quanto i nostri colleghi europei, francesi e tedeschi, i loro accordi li hanno fatti da un pezzo e se non ci sbrighiamo corriamo il serio rischio di rimanere a mani vuote.

Questa paura di “cinesizzazione” è assolutamente fuori luogo. I cinesi vengono in Italia per investire, per sviluppare, creare posti di lavoro, in generale per fare impresa. Lo dimostra la nostra esperienza di due joint venture che si sono sviluppate e sono cresciute assumendo sempre più personale.

Quando Cosco si è unita a China Shipping, tutto il personale di China Shipping è stato assunto senza lasciare a casa nessuno. Guardate solo cosa è successo nel caso di altre acquisizioni dove a pagare il prezzo sono stati sempre i lavoratori.

Si parla del porto di Vado Ligure come di un porto di trasbordo che non lascia nulla al territorio: sono informazioni errate. Il porto di Vado, dove i danesi di Maersk hanno la maggioranza e i cinesi hanno la minoranza, è un gioiello della terminalistica mondiale, porterà molto traffico a beneficio di operatori logistici (depositi, distribuzione, camion e treni) e questi benefici rimarranno in Italia e creeranno forza lavoro e assunzioni di cui il nostro Paese ha molto bisogno.

I miei sforzi e i miei sogni sono quelli di riuscire a portare a Vado una parte dei contenitori attualmente sbarcati a Rotterdam e diretti in centro Europa. Se riusciamo ad avere infrastrutture solamente “decenti “ questo sogno potrà essere realizzato e porterà lavoro e ricchezza per molti. Lascerei poi stare le polemiche USA/ Cina, sono giochi di potere che a noi non interessano.

Noi a Genova e in Italia siamo protagonisti e come tali ci dobbiamo comportare. Noi dobbiamo occuparci delle nostre aziende, dei nostri lavoratori che sono tra i migliori al mondo e dei nostri giovani . Sono il patrimonio per il nostro futuro. Ma per fare ciò dobbiamo espanderci, fare accordi e joint venture con americani o cinesi che siano . Non possiamo “aspettare“ il business, bisogna aggredire il mercato e creare, in altre parole fare impresa.

Genova può e deve fare molto di più e io e la mia società siamo pronti a dare il nostro contributo con conoscenze, contatti, accordi e investimenti . La politica e le istituzioni devono fare la loro parte, noi imprenditori la nostra e i media devo essere di stimolo per raggiungere i risultati sperati