economia

Lo scrive il presidente savonese Enrico Bertossi
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 “La soluzione della frattura tra il Ponente e Genova è un tema che non riguarda, purtroppo, la sola Genova, ma l’economia di tutta la Liguria centro occidentale”. 

Lo scrive, preoccupato per gli effetti che già si avvertono sull’economia del territorio, il presidente dell’Unione Industriali di Savona, Enrico Bertossi, in una lettera indirizzata al ministro Toninelli, al governatore ligure Toti, al sottosegretario Rixi, al prefetto di Savona Cananà e al sindaco di Genova Bucci.



Il sistema portuale Genova – Savona è il principale nodo logistico del nord-ovest e, seppure i danni diretti abbiano avuto conseguenze sul capoluogo, anche il ponente manifatturiero (genovese e savonese) e gli scali di Savona e Vado Ligure rischiano di pagare, a medio termine, un enorme prezzo in termini di perdita di competitività.



Spiega Bertossi: “La comunità delle imprese del territorio savonese che rappresento, che comprende manifattura, servizi ad alto valore aggiunto, portualità e industria dell’accoglienza turistica, e conta oltre 600 imprese per più di 15.000 addetti, necessita di scelte celeri e, non appena esperite le esigenze giudiziarie, necessita di un cronoprogramma che permetta agli imprenditori di pianificare le necessarie misure, organizzative ed economiche, alternative alle ordinarie, e di valutarne appieno la reale portata economico-finanziaria e la loro sostenibilità a medio termine”.

 

Già si sta assistendo, per alcune merci, a una contrazione di traffici portuali, alla richiesta di extra-costi e al possibile riposizionamento sui porti toscani. E, per le imprese manifatturiere, in particolare della Valle Bormida, il passaggio delle merci in entrata o uscita via Voltri-Predosa-Novi, ha comportato già nel mese di agosto un aumento del costo di trasporto che sfiora i 100 euro a tratta.


 

Nell’immediato futuro tutte le aziende, dalle imprese vetrarie, che occupano oltre 1000 addetti, ai sistemi di produzione automotive, alle aziende alimentari, si troveranno, ad essere servite da fornitori e a servire clienti con un aumento delle tratte da percorrere di circa 120 km, per di più in un tratto appenninico. “Il crollo del Morandi – aggiunge il presidente dell’Unione Industriali di Savona – crea certamente minori attese e interessi imprenditoriali per il nostro territorio nell’ambito dei bandi per l’Area di Crisi e mette a rischio la nostra capacità di agganciare quel rilancio che, già prima del crollo, la Liguria stentava a cogliere, quantomeno non con il ritmo di crescita degli altri territori del nord-ovest”.

 

Gli imprenditori savonesi concordano con il presidente della Regione Liguria quando evidenzia che non si può attendere un giorno in più, né tantomeno attendere il “ridisegno giuridico” delle concessioni autostradali, per procedere all’immediata esecuzione delle opere di demolizione e ricostruzione del collegamento viario. Nello stesso tempo è necessario cogliere l’occasione per procedere ad accelerare l’esecuzione di una serie di opere, già progettate, in programmazione o già in corso di esecuzione, essenziali per l’economia del nostro territorio, dal terzo valico alla gronda di ponente, dal quadruplicamento ferroviario tra Pra e Genova alla connessione veloce tra l’aeroporto Colombo e la ferrovia.


 

Altrettanto vitale è il potenziamento delle infrastrutture savonesi e dell’hinterland portuale. Serve, scrive Bertossi, l’immediato avvio dei cantieri per il rifacimento della strada di collegamento tra il porto di Vado e il casello di Savona,  l’avvio della progettazione esecutiva del nuovo casello autostradale di Vado Ligure al servizio della piattaforma, il raddoppio ferroviario tra Savona e San Giuseppe di Cairo lungo la tratta già pronta ad ospitarlo, e le azioni di miglioramento del segnalamento ferroviario da Savona ad Alessandria in modo tale da favorire il trasferimento su ferro dei container in arrivo a Vado Ligure, in una percentuale almeno pari al 40%, raggiungendo sia Rivalta, sia Orbassano, Mortara e gli altri interporti del nord.



 

Ma occorre anche il completamento della Asti-Cuneo fino ad Alba, in modo tale da avere un collegamento con la Pianura Padana, per le merci e le persone, alternativo alla Savona-Voltri-Ovada, sia il rilancio, anche con opere di adeguamento, di tutta la tratta ferroviaria Savona-Torino, per valorizzare il traffico merci, ma anche ottimizzare i flussi turistici verso il ponente.  Infine un progetto che viene da lontano: la realizzazione della bretella Carcare-Predosa, tra la A6 e la A21/A26 per collegare direttamente il cuore dell’area produttiva del Savonese, la Valle Bormida, con l’acquese e l’alessandrino e con la direttrice Torino-Milano.