salute e medicina

Per informazioni 010 5552397 dalle 8 alle 13
2 minuti e 21 secondi di lettura
Oggi 21 settembre è la giornata mondiale dell’Alzheimer. Almeno 20 mila liguri si stima che sia affetti da questa patologia.


Ad oggi non esistono al mondo farmaci in commercio di comprovata efficacia per rallentare il processo patologico degenerativo della malattia di Alzheimer. Alcuni nuovi farmaci molto promettenti sono in corso di studio e vengono per lo più testati in pazienti nelle fasi iniziali della malattia. I risultati sono attesi nei prossimi mesi/anni e verrà considerato un risultato importante quello di un farmaco capace non già di bloccare il processo ma di rallentarlo significativamente. L’ opinione condivisa dalla comunità scientifica è che le probabilità di successo siano tanto maggiori quanto più precoce sia l’inizio della terapia.

E' ben noto alla ricerca come la malattia sia già presente già molti anni prima che si manifestino i primi sintomi. E’ per questo che sta per partire EARLY uno dei primissimi studi multicentrici internazionali promosso da una grande Azienda farmaceutica in collaborazione con strutture universitarie e ospedaliere di diversi paesi.
Lo studio, per la prima volta, prende in esame persone che non presentano nessun sintomo della malattia ma sono a rischio per sviluppare la malattia.

Quali i fattori di rischio? Si tratta di persone nella terza fascia di età (dopo i 60 anni) e che abbiano - o abbiano avuto - un familiare di primo grado (genitore o fratello/sorella) affetto dalla malattia di Alzheimer, certificata da un centro specialistico e verificabile. Queste persone verranno invitate a sottoporsi ad esami preliminari (non invasivi) in grado di diagnosticare la malattia prima che si manifestino i sintomi.

Questi primi segni sono già visibili con esami specialistici volti ad evidenziare una anomala quantità di una proteina tossica nel cervello, la proteina beta amiloide. Il farmaco che si sta sperimentando avrebbe appunto la capacità di interferire con il processo biologico che porta all’accumulo eccessivo di questa proteina tossica. Se gli esami confermeranno i primi segni della malattia le persone potranno intraprendere una terapia con un farmaco orale per 5 anni.


 “La Clinica Neurologica del Dipartimento di Neuroscienze  (DINOGMI) dell’Università di Genova e dell’IRCCS San Martino-IST” spiega il professor Flavio Nobili, investigatore principale di questo studio a Genova , “è stata  selezionata tra i centri d’eccellenza a livello mondiale e ha accolto con grande interesse la proposta a collaborare. I ricercatori sono già al lavoro per selezionare i soggetti ‘a rischio’ , proporre gli esami diagnostici e -se necessario - somministrare la terapia.”


La partecipazione allo studio EARLY è completamente gratuita.
Per informazioni sullo studio EARLY
Email :
telefono 010 5552397  (tutte le mattine dalle 8 alle 13 specificando la parola chiave ‘rischio Alzheimer’)