cronaca

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 "Non vi illudete, si perde sempre, o quasi. E' il banco a vincere sempre, o quasi. E il gioco d'azzardo è iniquo sempre, perchè anche in caso di vincita, lo Stato paga molto meno di quello che si è scommesso". E' questa in estrema sintesi la voce raccolte alla Facoltà di Matematica, dalla professoressa di Statistica, Maria Piera Rodantin e da un laureato molto particolare, sempre in Statistica e gestore di sala scommesse, Corrado Dosi, che ha addirutta condotto studi sui malati del gioco e sulle loro abitudini. 

"Il gioco diventa pericoloso, prima di essre patologico, quando si gioca tutti i giorni. E' più importante la frequenza della cifra - spiega. Un altro dato importante riguarda l'età dei giocatori. In una mia ricerca ho scoperto che sotto i 21 anni è l'età più a rischio. Pensate che spesso, grazie alle telecamere esterne della mia sala, notavo gruppi di moinorenni che attendevano l'amico maggiorenne che giocava anche per loro conto, all'interno. per questo ho deciso di vietare l'ingresso ai minori di 21 anni, perchè sopra quell'età è difficile che si mettano in gruppo con minorenni. Vorrei che anche miei colleghi seguissero questo esempio" siega Dosi, che insieme a un docente di Matematica ha tenuto una serie di incontri alla biblioteca di Certosa proprio sul gioco d'azzardo "per spiegare ai giovani come funziona, quali sono i rischi. Ormai lo Stato si è fatto prendere la mano autorizzando troppe tipologie di giochi e questo è pericoloso". 

Ma qual è ad esempio, a propostio di statistica, la probabilità di vincere il 6 al Superenalotto? "Circa dieci alla meno venti, cioè zero virgola venti zeri e un uno" spiega la professoressa Rogantin.