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E su Spezia: "Berlusconi non permetterà divisioni"
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“Il partito unico? Si può fare, ma deve ispirarsi al partito popolare e non ai repubblicani americani”. Luigi Grillo, parlamentare dal 1987 al 2013 (prima alla Camera e poi al Senato), esponente della DC e successivamente, dalla nascita di Forza Italia, del partito di Berlusconi, guarda i movimenti nel centro destra, li analizza e lancia un suggerimento:

“Mi sorprende che di questo non parli il mio amico Berlusconi, il partito unico deve alzare l’insegna del partito popolare – dice – i repubblicani sono un’altra storia. La nostra è una storia radicata in Europa. Berlusconi farebbe molto bene a lanciare il partito popolare europeo in Italia, aggregando al proprio interno anche la lega, l’Udc, gli ex democristiani e gli ex socialisti”.

Ma Grillo guarda preoccupato anche quello che accade nella sua La Spezia. Nei giorni scorsi aveva sottoscritto un documento insieme ad altri esponenti storici degli azzurri inviato allo stesso Berlusconi nel quale criticava apertamente la scelta di Forza Italia di uscire dalla maggioranza di centro destra in Comune sacrificando l’assessore Peserico, “Il più bravo e competente”, alimentando “polemiche che stanno facendo il gioco delle sinistre”.

“Purtroppo in periferia spesso prevalgono i personalismi – dice Grillo commentando la situazione spezzina - Prevalgono coloro che su tutto privilegiano il protagonismo personale, questo è negativo. Sono uno dei pochi in questa provincia che conosce bene Berlusconi. Ha la sua personalità e il suo carattere. Non penso che consentirà spaccature dentro il centro destra. Anche a livello amministrativo sono fiducioso che si presenti compatto”.

Tornando al livello nazionale, Grillo rilancia: “ I moderati sono la maggioranza e se si alzano le insegne del partito dei moderati credo che sia una carta vincente”.

E su Toti e il progetto ‘Coraggio Italia dice: “Ho simpatia per lui e lo considero un ottimo Presidente. Penso che nella grande prospettiva di comporre i moderati, nel creare un contenitore che si dia regole chiare nella selezione del personale e della dirigenza, dovrebbe ripensarci e riconoscersi nella bandiera del partito popolare”.