cronaca

"Servivano circa 7 milioni, di cui il Comune pare averne a bilancio 2,9"
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Continua l’inchiesta di Primocanale sullo spostamento dei tubi di Iplom a Genova Fegino, opera definita di pubblica utilità perché, senza questo spostamento, non si possono mettere in sicurezza il rio Fegino e il rio Pianego. E che non siano in sicurezza lo ha dimostrato l’ultima alluvione che ha allagato la maggior parte dei negozi di via Ferri. La questione tubi Iolom, che trasportano idrocarburi, non può prescindere dall’incidente del 17 aprile 2016, quando una rottura della condotta ha tinto di nero il rio Pianego, il Fegino, il Polcevera e poi il mare, rischiando un disastro ambientale.

“Sa qual è il problema?", spiega a Primocanale Antonella Marras del Comitato di Fegino. "E' che a oggi ci risulta che manchino i fondi per la messa in sicurezza dei due corsi d’acqua: servivano circa 7 milioni, di cui il Comune pare averne a bilancio 2,9. Da Italia Sicura ne sarebbero dovuti arrivare, tramite Europa, circa altri 3 ma vista l’abolizione della struttura da parte del Governo, ecco che ne mancano 4 circa”. Che i fondi manchino lo aveva confermato anche il presidente del Municipio Federico Romeo “anche se il Comune li sta cercando”.

Intanto, foto alla mano, Marras mostra a 'Viaggio in Liguria'
il percorso nuovo dei tubi che, tolti dal rio Fegino, passeranno prima dentro Iplom per uscire dall’azienda sopra l’ingresso più a monte, tagliare poi via Borzoli di fronte all’ingresso di Lago Figoi, impianto sportivo costruito su quella che un tempo era un lago artificiale che alimentava decine di mulini di opifici, e da lì inserirsi nelle colline sopra il rio Pianego per arrivare fino al punto dove ci fu la rottura nel 2016.