cronaca

L’episodio più eclatante si è registrato a metà di novembre a Carignano
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 Sono durate circa tre mesi le indagini condotte dai poliziotti del commissariato Centro di Genova, per identificare alcuni membri di una gang di minorenni che, nel corso degli ultimi mesi del 2019, hanno turbato la tranquillità di alcune zone residenziali del centro cittadino.


L’episodio più eclatante si è registrato a metà di novembre, nel cuore del quartiere di Carignano, quando questo gruppo di ragazzi che si fa chiamare i 'Santana' circonda, aggredisce e rapina un coetaneo che sta prelevando alcuni prodotti alimentari da un distributore automatico. La gravità dell’azione emerge non tanto, spiegano dalla questura del capoluogo ligure, per il modico valore economico del provento criminale, ma per le modalità dell’azione messa in atto dalla banda, che facendo leva sulla forza del branco ha circondato il malcapitato impedendogli ogni via di fuga, passando alle maniere forti al suo primo timido accenno di tentativo di reazione.

Tutta la scena è stata ripresa da una telecamera di sicurezza che ha cristallizzato quanto accaduto e filmato una decina di giovani volti, di ragazzi e ragazze a cui è stato necessario associare un nome.Il lavoro degli agenti è partito appunto dalle immagini raccolte e solo grazie a una certosina osservazione dei fotogrammi è stato possibile ricostruire tutta la sequenza dell’aggressione e soprattutto far emergere le singole responsabilità di ogni presente.Nelle settimane successive, gli equipaggi delle volanti del commissariato hanno controllato l’open shop24, luogo del reato, identificando chiunque si trovasse nei pressi riuscendo così a dare un nome ai componenti della banda.

I giovani, nel frattempo, hanno continuato a frequentare il quartiere rendendosi responsabili di altri episodi di violenza, quali le lesioni gravi provocate con svariati colpi di casco al volto a un giovane, reo secondo uno dei leader del gruppo, di aver guardato troppo la giovane fidanzata.La procura della Repubblica presso il tribunale dei minorenni ha seguito tutto il lavoro d’indagine riconoscendo la gravità dei fatti e le modalità di azione come effettuate da criminali già esperti, reputando opportuna la misura della custodia cautelare in carcere per due di loro e la denuncia in stato di libertà per un terzo. Attualmente i due giovani sono ancora in regime di custodia.
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