cultura

Prima missiva intitolata: "Rinascere dall'alto"
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"Siamo tutti chiamati - parrocchie, comunità religiose, aggregazioni - a rinnovare lo slancio missionario". Lo scrive monsignor Marco Tasca, arcivescovo di Genova, nella prima Lettera alla 'Chiesa in Genova' intitolata "Rinascere dall'alto". Nel testo pubblicato sul sito della diocesi, si legge che la testimonianza richiede "la presenza cristiana nei vari ambienti di vita dove si trova l'uomo ‒ la casa, la scuola, l'università, i luoghi di lavoro, gli spazi del tempo libero, il mondo della salute ‒ e insieme costituiscono il campo di Dio e tutti chiedono di essere abitati nella logica della missione".

In particolare, il nuovo arcivescovo si rivolge a ciascuna parrocchia in quanto "chiamata a trovare nuove modalità di vicinanza e di prossimità e a trasformare strutture, appuntamenti, orari secondo la logica della missione. Occorre promuovere pratiche e modelli tramite i quali ogni battezzato, in virtù dell'iniziazione cristiana ricevuta, si renda protagonista attivo dell'evangelizzazione".

Monsignor Tasca ricorda che "c'è bisogno di conversione perché l'annuncio della Chiesa sia credibile ed autentico, resistente alle insidie che possono infiltrarsi nella vita ecclesiale: preoccupazioni per l'immagine, mondanità spirituale, competizione, rigidità nelle proprie opinioni, protagonismo, fini non evangelici". Inoltre, "occorre vigilare affinché le nostre celebrazioni siano trasparenza del mistero e della fede, escludendo quelle iniziative che, anziché annunciare il Protagonista, richiamano l'attenzione sul ministro o sull'assemblea".

Monsignor Tasca sottolinea inoltre che "il prossimo anno pastorale
non comincerà semplicemente, come se niente fosse accaduto. La pandemia è stata ed è una dura prova per l'umanità e contiene un insegnamento. Ha smascherato la nostra vulnerabilità, le nostre false sicurezze; ha sconvolto le nostre agende, i nostri programmi, le nostre priorità. Ma, costituisce anche un'occasione, un invito, per tornare a Cristo ‒ al Centro ‒ e, di conseguenza, per costruire relazioni tanto più umane, quanto più vissute in comunione con Dio e con i fratelli", conclude l'arcivescovo di Genova.