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Uno studio analizza l'impiego in prima squadra dei giocatori cresciuti nel vivaio
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 Il Genoa è la prima società italiana per produttività del vivaio, la Sampdoria l'ultima. Lo dice un dato oggettivo, riferito al tempo di impiego in prima squadra di ragazzi che abbiano passato almeno tre anni (tra i 15 e i 21 di età) nelle giovanili del club. Lo studio del Football Observatory del Cies, l'istituto indipendente svizzero di ricerche statistiche sul calcio, colloca il Grifone – grazie anche al gran lavoro del direttore del vivaio Michele Sbravati – al primo posto, con una percentuale del 19,3%.


I rossoblù precedono Brescia (18,3%), Milan (13,3%), Fiorentina e Roma (10,1%), Napoli (9,4%), Sassuolo (6,7%), Verona (6%), Inter (5,4%), Lecce (5,3%), Atalanta (1,8%), Lazio (1,4%), Torino (1%) e Cagliari (0,5), davanti a sei società che possono “vantare” un poco lusinghiero 0. Si tratta appunto di Juventus, Udinese, Parma, Spal, Bologna e Sampdoria. Evidentemente la reclamizzatissima istituzione di un convitto per i ragazzi delle giovanili blucerchiate, in due villette di Bogliasco acquistate dalla società previo mutuo CONI, non ha dato frutti sul piano del rafforzamento della prima squadra; e anche le plusvalenze sono arrivate da giocatori presi dall'estero, anziché cresciuti a costo zero nelle giovanili. Nell'attuale gestione della Sampdoria, infatti, i soli Luca Rizzo e David Ivan (peraltro formati nella precedente gestione) hanno fatto sporadiche apparizioni in prima squadra.