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Per vedere la luce servirebbero i tre punti che in trasferta mancano da undici mesi
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Pinamonti prova a dare due calci alla crisi. Due come i suoi gol all’Ascoli che più di valere gli ottavi di finale della Coppa Italia, danno il senso di un bomber non più triste e mortificato. Il Genoa si aggrappa anche a questo per non pensare troppo alla trasferta di Lecce che è il primo grande bivio di un campionato comunque fin qui tormentato. Per vedere la luce servirebbero i tre punti che in trasferta mancano da undici mesi, ma pure il pareggio non sarebbe da buttare via ed eviterebbe ai salentini una pericolosa figa in avanti rispetto al Grifone. Ma l’incrocio maligno è pure con cui si deve confrontare Thiago Motta che va avanti per la sua strada, quello che ormai per tutti è il tiki taka dei poveri, ma che se dovesse registrate un’altra sconfitta significherebbe lo stop per lui.



Insomma tutti sotto esame e così la scelta della squadra, forse l’ennesimo inedito di un campionato che praticamente mai ha visto la stessa formazione essere confermata nel turno successivo, diventa fondamentale. Criscito pare i ripresa dopo l’escluisione col Torino, Pajac invece in flessione, in avanti Agudelo Pandev e appunto Pinamonti paiono blindati mentre il grande interrogativo è Schone. Il danese non sfonda, forse non si trova a suo agio in generale a Genova, e questo è un problema perché doveva essere lui il faro della squadra. Invece non è così e ultimamente è finito pure in panchina con Andreazzoli e pure con Thiago. Il malessere di Schone va risolto, è la chiave per fare girare tutto. E anche lui deve metterci del suo, se come tutti sono convinti, è un vero campione.