La trasferta di Torino contro la Juventus e soprattutto la partita in casa del 27 ottobre con l’Udinese diranno di piu’ sulla panchina del Genoa. Davide Ballardini è a rischio esonero. Il presidente Preziosi è convinto di avere una squadra competitiva e non ha digerito la sconfitta col Parma, come in precedenza non aveva giustificato i rovesci col Sassuolo e con la Lazio. Scelte sbagliate che non sono andate giu’ nemmeno ai tifosi. Ma Ballardini da quando è arrivato al posto di Juric nella scorsa stagione ha tenuto una media di quasi 2 punti a partita. Un dato che gli va riconosciuto.
E’ pero’ vero che avere il capocannoniere del campionato cioè Piatek e perdere in casa dal Parma è difficile spiegarlo. Il Genoa soffre le squadre che giocano con trequartista dietro le punte, Ballardini se la gioca tre contro tre, ma fin qui sono stati dolori e non solo per la prestazione dei portieri che è un problema tutto da risolvere. La difesa impermeabile e rocciosa dell’anno scorso dove è andata a finire? Tredici gol subiti in 7 partite sono troppe anche a fronte dei dieci segnati. Non c’è equilibrio. Un giocatore come Zukanovic è finito ai margini, Gunter probabilmente fin qui non ha convinto e poi ci sono i guai fisici di Lisandro Lopez che lo hanno tolto di mezzo. Spolli se non protetto va in confusione. Si salva Biraschi sempre lucido, mentre Criscito sta facendo il jolly e malgrado da buon capitano si adatti resta un ibrido a volte. Centrocampo che con Sandro e Hiljemark non regge l’urto degli avversari come è accaduto col Parma. Meglio a tre se Romulo sta bene.
E poi sulla fascia destra Pereira non convince. In attacco il polacco ha risolto tutto da solo, Kouamè è un talento mentre Pandev eppur gestito soprattutto in casa è insostituibile. E’ vero la classifica con 12 punti è in linea con le attese, ma il calendario del Grifone non è stato impossibile. Ma ora le avversari fino al derby avranno altro spessore. Nicola e forse Prandelli i possibili sostituti se zio Balla dovesse fallire.
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Genoa, per Ballardini due partite per ripartire: numeri e nomi della crisi.
Preziosi arrabbiato, Nicola e Prandelli alla finestra
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