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Convegno al Ducale sul tema di vent'anni fa, "Un altro mondo e possibile"
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"Vorrei davvero che fosse fatta finalmente giustizia su Genova. Non è mai stata fatta, ancora". Così padre Alex Zanotelli intervenuto in video conferenza al convegno 'G8. Un altro mondo è possibile' tenuto stamani a Palazzo Ducale di Genova, primo dei tanti eventi per ricordare quanto successo durante il G8 del 2001 a Genova.

"Quel movimento di allora - ha detto don Luigi Ciotti - ha bisogno di esserci ancora oggi. E' necessario. Non possiamo tacere, non possiamo stare inerti. Dobbiamo far sentire la nostra voce, costi quel che costi. Senza generalizzazione, sempre in una dimensione di non violenza ma di grande progetto e proposta".

"Era importante quel grido che si era alzato, è stato che erano delle verità. Lì ci fu la risposta di respingere tutto questo. La storia ci ha insegnato che invece erano verità difficili e scomode e che oggi è necessario concretamente dare risposte". Lo ha detto don Luigi Ciotti. "Ci sono segnali che inquietano - ha detto Ciotti - . Ci sono forme di cinismo. Vediamo come trattiamo la storia dei migranti o del lavoro, delle povertà e delle fatiche della gente. Quest'anno abbiamo parlato delle nostre sofferenze e abbiamo visto l'impegno e della generosità di tanti durante il Covid, dei tanti morti. Non dimentichiamoci che sul pianeta ci sono oltre 3 mln di persone quest'anno che sono morte di fame. E' sufficiente questo per dire che ci vuole qualcosa in più da parte di tutti".

"Credo che qualsiasi persona in buona fede possa riconoscere che noi, allora, avevamo ragione. Siamo tornati a Genova dire dire "voi, il 12% che possedete l'85% della ricchezza del mondo siete la malattia. Noi, 7 mld 800 mln di persone siamo la cura: la cura del pianeta, delle specie, di ogni singolo uomo e donna". Lo ha detto Vittorio Agnoletto, ex portavoce del Genoa Social Forum durante il G8 del 2001 a Genova. "Allora - ha detto Agnoletto - lanciavamo un allarme: dicevamo 'attenzione perché il mondo sta correndo verso il disastro'. abbiamo avuto tsunami e alluvioni e migliaia di morti. Bisogna modificare questo modello energivoro di sviluppo. Allora mettevamo in guardia sulla finanza speculativa che domina sulla economia reale. Dicevamo: ci sarà una crisi economica e sociale impressionante. Ed è quello che abbiamo adesso. Allora avevamo capito che i migranti sarebbero stati le primevititme del neoliberismo. Oggi il Mediterraneo è un cimitero. Allora dicevamo: un altro mondo è necessario. Oggi siamo obbligati a dire un altro mondo è urgentemente necessario. Allora contestavamo il mondo dove il 20% della popolazione mondiale possedeva l'80% della ricchezza mondiale. Oggi il 12% della popolazione possiede il 85% della ricchezza mondiale. Il 55% della popolazione mondiale possiede solo 1,3% della ricchezza del mondo. E questo - ha concluso - è profondamente ingiusto è inaccettabile"