porti e logistica

Parla il presidente dell'Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale
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 “Porterò comunque al comitato portuale la questione della fusione tra Psa e Sech, non so se riuscirò entro la fine del mese, al più tardi ci riuniremo ai primi di marzo”: Paolo Emilio Signorini rischia seriamente di trovarsi con il cerino in mano, dopo che ieri al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti il vertice tra Psa, Sech e la ministra Paola De Micheli non ha sostanzialmente cambiato nessuna delle carte in tavola.


“Io devo dare delle risposte alle aziende”, ha spiegato Signorini, che si aspettava dal Mit una sponda per decidere con maggiore serenità.
Del resto era già anomalo che un ministro incontrasse due aziende private, aspetto che è stato oggetto di diverse critiche. Tra le tante quella, particolarmente autorevole e informata, dell’ex viceministro Edoardo Rixi, che ha definito l’incontro di ieri uno stravagante “business to business”, assolutamente improprio nella sede ministeriale: “Credo che il governo sbagli - ha detto il responsabile infrastrutture della Lega - la questione va affrontata in via generale, con tutte le parti coinvolte”. Sulla stessa lunghezza d’onda il governatore della Liguria Giovanni Toti, che auspica una riforma di sistema, “per evitare che un operatore ottenga un privilegio che a un altro operatore potrebbe essere negato”.


Preoccupati per la tenuta occupazionale i sindacati: Bruno Manganaro, della Fiom, auspica che prima di parlare di fusione si discuta con le parti sociali di lavoro, mentre Apa, Uilm, teme che la concentrazione di potere su un unico soggetto possa costituire un pericoloso monopolio. Molto netto Augusto Cosulich, amministratore delegato dell’azienda omonima: “Da cliente sono nettamente contrario, si creerebbe una situazione che potrebbe alzare le tariffe del porto di Genova senza alcun significativo miglioramento dei servizi”.