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Giampaolo a caccia del poker di successi nella stracittadina
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La Sampdoria non fa festa perché ha perso due partite di fila, anche se in maniera differente, allontanandosi sensibilmente dall’Europa. Ma avrebbe motivo di fare una festa bellissima se vincesse il derby, l’ennesimo della gestione Ferrero, che nelle sfide con il Genoa vanta un bilancio da Champions League: cinque vittorie, tre pareggi ed una sola sconfitta. Ad entrare nella storia sarebbe anche Marco Giampaolo, con quattro successi, due pari e zero ko.



I numeri, però, non scendono in campo e quindi il derby bisognerà sudarselo contro un avversario che, all’andata, lo aveva anche interpretato meglio. La Samp può vincerlo perché in questi anni ha dimostrato di saperlo fare, perché ha giocatori mediamente migliori, vanta il capocannoniere del campionato, possiede un’identità tattica molto più definita e avrà più tifosi allo stadio. Fondamentale sarà il recupero di Ekdal e delle energie spese, per mancanza di alternative a centrocampo, nel mini tour de force appena concluso. Occhio, tuttavia, ai “cugini” che al San Paolo contro il Napoli hanno dimostrato, come spesso accade loro, di avere sette vite.


Sarà, quasi certamente, l’ultimo derby di Ferrero da presidente della Sampdoria. Un motivo in più per aggiudicarselo: un regalo di commiato, il testamento sportivo del presidente più controverso della storia della società blucerchiata. Battendo il Genoa per la sesta volta in cinque anni e tagliando a fine maggio il nastro di inaugurazione del nuovo complesso “Mugnaini” in quel di Bogliasco, Ferrero avrebbe raggiunto il culmine di ciò che dalla sua gestione era lecito aspettarsi nel 2014. Se ne è convinto, a fatica, pure lui. Tant’è che sta realizzando un documentario sulla sua esperienza da presidente della Sampdoria. Il suo ciclo, comunque vadano le trattative (avviatissime) con Vialli e gli altri Fondi, è finito. Uscire da trionfatore sarebbe il… Massimo.