sport

Il portoghese, a febbraio miglior giocatore della Premier nei Red Devils, ricorda l'esperienza genovese
1 minuto e 52 secondi di lettura
 Bruno Fernandes, ex Sampdoria oggi al Manchester United, appena eletto miglior giocatore della Premier League del mese di febbraio, ricorda l'esperienza genovese: «Con la Sampdoria ho avuto forse un po’ di sfortuna - dice al sito "Cronache di spogliatoio" - perché sono arrivato a tre giorni dalla prima di campionato con l’Empoli a causa delle Olimpiadi. Poi Giampaolo è molto particolare, ha un modo di giocare particolare, i giocatori devono essere collegati al 100% con quello che vuole lui, quindi ci ho messo un po’ ad entrare nella squadra. In Italia il ruolo del trequartista è poco valorizzato: se guardiamo gli altri campionati il trequartista gioca quasi sempre 90’ perché è un giocatore che si esprime a sprazzi. Non è facile giocare bene per 90’, è un ruolo con molti rischi, devi fare l’ultimo passaggio, ricevi tante palle fra le linee, devi decidere se girarti o meno. Puoi anche non toccare la palla per tanto tempo o ricevere poche palle per tutta la partita però nel momento in cui riceve la sfera tra le linee, il trequartista è il giocatore che deve fare la differenza nell’ultimo passaggio, nell’ultimo controllo orientato che aiuta a fare la metà del lavoro, poi deve trovare i compagni, andare al tiro».


Quindi, il ritorno in Portogallo e la maggiore presa di consapevolezza della propria forza: «Udinese e Sampdoria sono due grandissime squadre dove io sono cresciuto tanto, ma allo Sporting la facilità di segnare era maggiore perché era una squadra grande, ed in Portogallo la differenza fra le Big e le piccole è più marcata. Alla Samp giocando trequartista come voleva Giampaolo era difficile svariare per tutto il campo, per quello che dovevo fare e per le idee del mister. Allo Sporting tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno dato più libertà di arrivare vicino all’area di essere più al centro del gioco, di creare superiorità sulle fasce. Sono cresciuto tanto e ho preso più fiducia. Al primo anno ho fatto 16 gol e 20 assist e da lì ho preso una fiducia diversa».