cronaca

Ma il Civ di corso Sardegna ribatte: "Erano quattordici ma hanno dovuto rinunciare"
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"Quello che nascerà entro la fine dell'anno, si spera a ottobre, nell'ex mercato di corso Sardegna non sarà un centro commerciale ma un parco urbano di oltre 25 mila metri quadrati di cui solo quattromila dedicate alle attività produttive, dunque un'area di grande prestigio che riqualificherà l'intera Valbisagno".
 
Lo ha detto l'assessore ai Lavori pubblici di Genova Pietro Piciocchi
in un acceso faccia a faccia in diretta su Primocanale con il presidente del Civ, il Centro Integrato di Via di corso Sardegna Umberto Solferino e il presidente del Municipio Media Valbisagno Massimo Ferrante che paventavano la possibilità della nascita di un polo commerciale in stile Fiumara.

L'assessore ai Lavori pubblici di Genova ha ribadito come si tratta di "un progetto di eccellenza, attrattivo, che porterà persone in corso Sardegna, è questo il primo valore aggiunto di questa operazione. Non è un centro commerciale, ci saranno ristoranti, centri medici, molte attività che non infastidiranno al commercio della zona, anzi, di cui il commercio della zona potranno beneficiare".

L'amministrazione è vicina ai commercianti tanto che per iniziativa della giunta Bucci nel 2018 è stata promosso in regione un accordo di programma con il Civ per introdurre il principio della prelazione e stabilire che alcune attività non potevano essere inserite, nell'ambito di questa prelazione c'è una trattativa privata in cui l'amministrazione non può intervenire, c'è un privato che fa le sue politiche,  è legittimo, e noi non abbiamo gli strumenti coercitivi per obbligare il privato a fare determinati prezzi anziché altri. Per ultimo a prescindere dal problema economico mi risulta che sono pochi i commercianti che sono interessati a trasferirsi, perché questo significa accettare orari e giorni di apertura, anche di domenica, se sono pochi noi cercheremo di trovare una via per aiutarli".

A rispondere all'assessore è il presidente del Civ di corso Sardegna Solferino: "Quattordici attività storiche del territorio sono andate a colloquiare con la società che gestisce la commercializzazione, ma alcune sono state subito tagliate fuori, diciamo anche che quanto verrà inserito in questa area è stato deciso dalla quella società".
Un'affermazione contestata da Piciocchi che invece ha ricordato al proposito "un accordo di programma con le parti in causa durato due anni".