economia

Entro 25 giorni il personale passerà all'ex gestione in amministrazione controllata
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Unità totale sul fronte sindacale genovese nella vertenza ex Ilva. "Il governo ha costruito un grande pasticcio in un mese hanno prima votato tutti a favore delle tutele legali, poi tutti contro. Peggio di così non si poteva fare: hanno dato a Mittal tutte le carte per giocare questa partita. Un anno fa abbiamo firmato un accordo e vogliamo che l'accordo venga rispettato, con la tutela di tutti i posti di lavoro, di tutto il reddito, per gli impianti che sono presenti in Italia, a partire dal nostro di Genova. E, in questo, ci sono anche le tutele penali", attacca il segretario della Fiom Genova, Bruno Manganaro.

Adesso, ricorda il sindacalista, "entro 25 giorni il personale passerà tutto all'ex gestione di Ilva in amministrazione controllata. Ma noi non intendiamo pagare il prezzo di queste stupidaggini. Non ci pensino nemmeno: Genova non è disponibile in nessun modo. Lotteremo, decideremo insieme giorno e ora: siamo contenti che le istituzioni decidano di difendere insieme a noi l'occupazione, il reddito e la siderurgia. Vogliamo che tutti quel giorno scendano in piazza". E Manganaro avverte: "Il governo ha fatto un danno all'acciaio ma anche a tutto quello che gli gira intorno: Fincantieri ci ha detto che, siccome compra gran parte delle lamiere alla Mittal, questo può mettere in difficoltà la produzione delle nuove navi. Hanno fatto un casino di cui non si rendono conto, non sanno che cosa hanno in mano. Ed è preoccupante".

Un concetto ripreso da Alessandro Vella, segretario Fim Cisl Liguria: "Fincantieri ha scelto Mittal come fornitore, con un portafoglio ordini importante. Il rischio è che non si consegneranno le navi, perché Fincantieri deve acquistare l'acciaio altrove e i tempi slittano". Anche per questo, prosegue, "faremo una battaglia della città. La posizione del sindacato è più che unitaria. L'Italia non può pagare il prezzo di una scelta di politica anti-industriale, Genova non può pagare il prezzo di una riconversione che ha già pagato. Il governo ha dato un alibi a Mittal, in un contesto già difficile. Il punto non è garantire il reddito ai lavoratori perché questo è già garantito dall'accordo di programma, il problema è capire qual è la prospettiva industriale".

Il segretario della Uilm Liguria, Antonio Apa, ricorda che "a Genova abbiamo fatto scuola, rendendo compatibili le questioni industriali con quelle ambientali, salvaguardano l'occupazione. Se qualcuno pensa che Genova possa pagare un ulteriore prezzo, se lo scorda. Siamo un centro di eccellenza nella lavorazione a freddo. Qui e a Novi ligure si può sopravvivere a prescindere da Taranto. Ci giochiamo gli attributi, non lasceremo passare i traditori".

Poi se la prende con il governo. "Questo è un Paese di matti. La politica non può dire di voler far cambiare idea a Mittal: fino ad oggi dov'era? Sulla pelle di 13mila lavoratori, si stanno giocando due partite: la campagna elettorale in Puglia e la guerra tra bande all'interno del M5s. Tuttavia, posso capire che ci sia irrazionalità tra le fila dei Cinque stelle ma non nel Partito democratico e in quello di Renzi, che fino a ieri si erano detti tutori della classe lavoratrice". Apa ricorda che "è da prima dell'estate che Mittal aveva annunciato che avrebbe levato le tende senza tutela penale, tanto è vero che il governo Conte I l'ha rimessa. Poi, è intervenuto il trio meraviglioso Di Maio-Zingaretti-Renzi. La vecchia cordata non interverrà più, ormai sarebbe una follia"