economia

Palombo (rsu): "Incontro deludente". Manganaro (Cgil): "Commedia degli equivoci"
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 Esito interlocutorio per il vertice sull'ex Ilva, tenutosi a Roma tra il governo, i rappresentanti dell'azienda e i sindacati. Non ci sono elementi per archiviare lo stato di agitazione e i lavoratori decideranno presto come proseguire la mobilitazione.
Al termine della riunione al ministero dell'Industria, i sindacati delle rappresentanze territoriali si sono riuniti in videoconferenza per pianificare le prossime mosse.

In particolare Acciaierie per l'Italia, come segnala Armando Palombo (rsu Ilva), "Si rifiuta di corrispondere il premio di produzione previsto nell'accordo del 6 settembre 2018, perché l'ad Morselli sostiene quell'accordo aver perso validità. Noi non siamo di questo avviso". Tema su cui ovviamente i lavoratori sono disposti a dare battaglia.

Spunta poi l'ipotesi di un espediente giuridico allo studio dell'esecutivo: "Per quanto lasciano intendere i ministri Giorgetti e Orlando, si pensa a variare la cassa integrazione, giudicata non negoziabile dall'azienda, nella causale: non più per crisi di mercato, ma per Covid. Questo però rischia di far passare un principio generale opinabile, ovvero che di 20 milioni di lavoratori solo i siderurgici ex Ilva abbiano dovuto misurarsi con la pandemia".
Ultimo argomento affrontato ma non risolto, "i numeri della cassa integrazione che potrebbero essere diminuiti su Genova, a prescindere dalla premessa sulla causale".


Bruno Manganaro, responsabile industria Cgil Camera del Lavoro da sempre in prima fila nella battaglia di Cornigliano, parla esplicitamente di "commedia degli equivoci": "La mano destra sembra non sapere quel che fa la sinistra, l'amministratore delegato Morselli parla in un modo e i ministri in un altro e Arcuri, commissario Invitalia, in un altro ancora. Nel frattempo non c'è ombra di un piano industriale. Insomma un incontro fumoso e deludente, mentre restiamo in attesa del nuovo CdA".


Il presidente della Regione Giovanni Toti commenta: "La riunione di oggi è un buon segno, visto che si era persa traccia di quel percorso da intraprendere per arrivare alla riconversione di Ilva. L’azienda ha spiegato come, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, sia disponibile a rivedere tutti i numeri della cassa integrazione: questo è un punto che ci premeva, anche per avviare un dialogo sindacale sulle prospettive future”.