cronaca

Martedì incontro a Genova tra sindacati e amministrazioni locali
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ArcelorMittal ha convocato i sindacati annunciando il fermo immediato dell'Acciaieria 1 di Taranto e una riduzione di personale da 477 a 227 unità, determinando la collocazione di 250 lavoratori in Cig. Lo rendono noto Fim, Fiom e Uilm.  La previsione di fermata è di circa 2 mesi, fino al 31 marzo 2020. I sindacati spiegano che - secondo ArcelorMittal - i nuovi assetti produttivi sono dovuti a "uno scarso approvvigionamento di materie prime e all'attuale capacità produttiva legata alle commesse".


Nel frattempo la vicenda gudiziaria attorno al polo industriale di Taranto va avanti. Per la Procura di Milano ad Arcelor Mittal sfugge "il concetto di interesse pubblico" e quindi, nel chiedere l'estromissione dei pm dal contenzioso civile con l'ex Ilva "non riesce in concreto a rappresentarsi l'interesse perseguito da questo ufficio" né a comprendere la richiesta fatta "in sede cautelare". "Si ricorda infatti - scrivono i pm nella memoria depositata oggi - come il recesso dai contratti di affitto (...) arrechi un irreparabile nocumento ad impianti industriali strategici a presidio della cui integrità sono facilmente invocabili anche norme sanzionatorie penali". 

Preoccupazione anche a Genova. A Cornigliano le conseguenze dirette di quello che accade a Taranto non lasciano passare sonni tranquilli. Mittal negli scorsi giorni ha comunicato la conferma dei trattamenti economici e normativi della contrattazione aziendale in vigore presso la società Ilva fino alla ridefinizione di un nuovo accordo. Una buona notizia ma le ombre che aleggiano sul futuro dell'acciaieria proccupano e non poco.  Il tema sul futuro dell'ex Ilva resta al centro dell'agenda politica ed economica. A Genova l'appuntamento è per martedì 21 gennaio quando i delegati sindacali discuteranno con Regione e Comune le mosse da seguire. La settimana dopo, il 27 gennaio, è previsto invece l'incontro tra i rappresentanti di Arcelor e i sindacati nello stabilimento di Cornigliano. La parola d'ordine di sindacati e lavoratori è la stessa: vale l'accordo di settembre 2018 e non ci devono essere esuberi.