politica

Toti o Scajola che sia, la Liguria è un feudo di centrodestra
3 minuti e 18 secondi di lettura
Ci vogliono due paia di occhiali per leggere il risultato delle elezioni amministrative in Liguria. Il primo serve per una lettura generale.

E il responso è chiarissimo: la regione è palesemente diventata un feudo dell'area di centrodestra. L'antica egemonia del campo alternativo - con l'eccezione di Valentina Ghio a Sestri Levante, che si conferma, però rinunciando a esibire il simbolo del Pd... - si è dissolto sotto il peso delle divisioni e delle liti intestine, che probabilmente hanno penalizzato il centrosinistra persino al di là dei propri demeriti. Che pure non mancano e che sono tanti. Ma da qui a non toccare quasi palla...

L'altra osservazione generale è che la Lega, in misura minore, e il Movimento 5 Stelle, più copiosamente, non riescono a ripetere, neppure ad avvicinare, i risultati conseguiti a livello nazionale. Sui grillini pesano anche candidature che non sono in grado di competere davvero, ma poiché il dato locale è ricorrente sembra doversi prendere atto che fra le politiche e le amministrative per i pentastellati c'è una distanza superiore a quella che caratterizza le altre forze politiche.

Il secondo paio di occhiali per leggere l'esito del voto serve per ragionare caso per caso. Partiamo da Levante, dove a Sarzana Cristina Ponzellini trascina al ballottaggio il sindaco uscente Alessio Cavarra. Il governatore ligure Giovanni Toti qui può esultare: andrà allo scontro finale con la sua candidata in testa ed è un risultato storico, ai limiti del clamoroso. Vi hanno contribuito tre elementi: le divisioni del centrosinistra, che pure in questo ex feudo ha pensato bene di sfasciarsi, una candidata azzeccata e il peso rilevante di un personaggio locale, l'assessore regionale Giacomo Giampedrone.

Imperia è il caso opposto a Sarazana. Nel capoluogo rivierasco il centrosinistra non riesce a mettere a profitto le divisioni del campo avversario e il centrodestra fa il pieno, mandando al ballottaggio l'ex ministro Claudio Scajola e un suo ex sostenitore, Luca Lanteri, appoggiato da Forza Italia (Forza Imperia), Lega e Fratelli d'Italia. L'esito non è sorprendente, semmai colpisce la distanza fra i contendenti che è nell'ordine dei sette punti.

Lo svantaggio per Lanteri è notevole e difficile da recuperare, ma resta vero che il ballottaggio è una partita tutta nuova, quindi può succedere "la qualunque". Per ora bisogna osservare che Scajola agli occhi dei suoi concittadini appare come un "usato sicuro". E del resto, nessuno che abbia un po' di onestà intellettuale può negare che l'ex ministro abbia dato tantissimo alla città, sia da sindaco, prima, sia da esponente di governo, poi.

È stato il peso personale, finora, a fare la differenza. Prendiamo un caso emblematico: con l'ex ministro si sono schierati i fratelli Oneglio, titolari dell'omonimo stabilimento balneare e figli di un papà che fu consigliere comunale del Pci. Ora, considerando gli sforzi fatti dell'assessore regionale Marco Scajola, nipote dell'ex ministro, e dall'intera amministrazione ligure a tutela dei balneari contro la legge europea Bolkenstein, sarebbe stato normale vedere gli Oneglio accanto a Lanteri e al "modello Toti". Invece, stanno di là. Ogni ulteriore commento sul peso personale delle candidature è inutile.

La stessa cosa è avvenuta ad Alassio, dove l'ex sindaco Marco Melgrati, vicecoordinatore di Forza Italia, si è ripreso il comune, sconfiggendo il primo cittadino uscente, espressione totiana. Analogo responso c'è stato a Bordighera (Ingenito) e Vallecrosia (Biasi), dove primeggiano uomini vicini a Scajola. Qualche spunto di riflessione per il governatore ligure sarà ineludibile, considerando che la provincia di Imperia esprime tre assessori regionali (il citato Marco Scajola, la leghista Sonia Viale e Gianni Berrino, di Fratelli d'Italia). Soprattutto, però, guardando ai ballottaggi Toti avrà un imperativo: impedire che contro i suoi candidati si coalizzino tutte le forze che gli sono ostili a livello regionale. Ad oggi, non basterebbero per batterlo in uno scontro che lo coinvolgesse direttamente. Invece può benissimo accadere nelle partite in cui lui è solo un supporter.