salute e medicina

La responsabile del Centro Mascherona di Genova: "Nelle nostre case rifugio non c'era più posto"
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"Le violenze nei confronti delle donne sono peggiorate, lo stare chiusi ha aumentato la crudeltà. Dal post lockdown abbiamo attivato quattro b&b perché nelle nostre case-rifugio non c'era più posto". Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Un problema sempre attuale, che i mesi di pandemia, e lockdown, hanno messo ancor più in risalto. Manuela Caccioni, responsabile del Centro anti-violenza Mascherona di Genova traccia la fotografia di quella che è la situazione in questo 2020 nel capoluogo di regione ligure.



Nei primi undici mesi del 2020 il centro ha effettuato oltre 1260 colloqui di sostegno, più di 2100 in totale. Di questi 289 rientrano nei primi colloqui, ovvero chi si è rivolto per la prima volta a un centro per chiedere aiuto, in 58 casi ha riguardato minori. Dopo la violenza subita, per chi ha la forza di chiedere un sostegno, c'è anche tutta la parte legale. I numeri ci dicono che in questo 2020 sono stati 556 i colloqui avuti in questo ambito, in 244 casi si è trattato di situazioni penali, in 312 civili. Sono stati invece 578 fino a questo momenti i colloqui psicologici. Il quadro che emerge è tutt'altro che buono. E per questo l'appello a tutte le donne che subiscono violenza è quello di denunciare e rivolgersi ai cenetri specializzati.

Rispetto agli altri anni si è avuto un calo di donne che si sono rivolte al centro. In questo 2020 l'emergenza Coronavirus ha influito e non poco. Durante il lockdown primaverile il centro era chiuso e poi con la ripartenza delle attività i casi sono aumentati ma in confronto al passato sono numeri in calo, ma c'è una spiegazione. "la situazione del lavoro conseguenza del Covid ha fatto sì che molti mariti restino a casa - spiega ancora la responsabile del Centro anti-violenza Mascherona -. Poi c'è la questione della scuola, anche se è ripartita sappiamo che alcune classi sono a casa in quarantena e con i figli piccoli da gestire non è facile allontanarsi". Nel mezzo casi di vera e proprio persecuzione da parte degli uomini verso le donne, dove la violenza fisica è l'atto più brutale e vigliacco ma rappresenta solo una parte dl problema.



Complicazioni da Covid, effetto di una pandemia che lascia i suoi segni in mille ambiti diversi. Anche le modalità di colloqui sono cambiate, per forza di cose, per evitare il rischio di contagio e rispettare le normative anti coronavirus. Per questo il centro ha sviluppato una serie di incontri online che mette a contatto i professionisti che si occupano di queste problematiche. Avvocati, forze dell'ordine, servizi sociali ed esperti psicologi. "Lavorare in rete è fondamentale, bisogna creare una rete. Noi facciamo formazione anche nelle scuole con cicli di incontri dedicati con l'obiettivo di mettere in contatto tutti coloro che si occupano di questo problema" conclude Caccioni.

Già, la scuola, il luogo centrale nella formazione dell'individuo, che permette di conoscere le problematiche e imparare ad agire di conseguenza quando ci si trova davanti alle diverse situazioni, violenze comprese.