cronaca

Vicino alla stazione di Sestri Ponente dove chi può dà e chi non può prende
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 La spesa in sospeso sta diventanto sempre più un qualcosa di familiare. In questi tempi di emergenza Coronavirus il sistema adottato inizialmente per caffè e brioche e poi allargato a pizze e altri generi si è riconvertito. Le chiusure obbligate delle attività non ritenute essenziali sta già portando con se l’inevitabile crisi economica, con tante famiglie in difficoltà.


E mentre alcuni supermercati lanciano proposte e iniziativa a Genova Sestri Ponente già da tempo è spuntato il ‘muro della gentilezza’. No, nessuna meraviglia architettonica capace di attirare turisti o richiami a religioni. Si tratta semplicemente di un muro nei pressi della stazione ferroviaria della delegazione che ora si è trasformato in 'muro della spesa'. Il suo funzionamento è semplice: ‘chi ha’ può lasciare dei beni di prima necessità e ‘chi non ha’ può andare a prendere quello che serve. Scatole di fagioli, salsa di pomodoro, pastasciutta ma anche magliette e intimo per chi ne avesse bisogno. Un modo concreto per fare comunità e aiutare chi soffre. Il muro c'è già da tempo. Ma in questo momento particolare le persone che necessitano di aiuto sono aumentate e soffrono più di altri la serrata obbligata messa in atto per limitare la diffusione del Coronavirus.

Il governo ha messo sul piatto 400 milioni destinati ai buoni pasto da distribuire ai comuni che poi saranno chiamati a identificare le persone più bisognose. Tuttavia la cifra stanziata e le modalità di distribuzione ha fatto scatenare qualche perplessità, soprattutto da parte dei sindaci (LEGGI QUI). A causa dell’effetto Coronavirus c’è già chi ha perso il lavoro, chi lo perderà nei prossimi giorni, settimane o mesi se non addirittura anni. E poi c’è il capitolo del lavoro in nero.

Nel Nord-Ovest l’incidenza secondo gli studi è del 11,4%. Si tratta di quella che l’Istat definisce l'economia non osservata: ovvero la somma dell’economia sommersa e di quella illegale. In queste due realtà rientrano lavoratori irregolari, totalmente in nero o che vivono nell’illegalità. In Liguria sempre secondo i dati Istat del 2019 un lavoratore su dieci è in nero. Anche loro in questo momento difficile in attesa che le misure annunciate da Roma si trasformino in aiuti concreti possono affidarsi alle spese sospese o ai tanti muri della gentilezza che si stanno moltiplicando di giorno in giorno nelle città e nelle diverse forme.