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Martedì il Consiglio federale, si va verso lo stop dei campionati sino al 3 di aprile
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E adesso? E’ questo l’interrogativo che il mondo del calcio, dirigenti, calciatori, tifosi e giornalisti, si è posto al fischio finale delle partite dell’ultima giornata, che in realtà si conclude oggi con Sassuolo-Brescia. Sabato notte il Governo aveva emesso l’ormai famoso Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri con le prescrizioni sull’emergenza coronavirus in cui è scritto, tra le altre cose, che le partite si possono disputare regolarmente purché a porte chiuse. Da qui la decisione della Lega calcio di dare libero sfogo al campionato ma di non liberalizzare la trasmissione degli incontri sulle tv in chiaro.


Nella mattinata di domenica, però, arriva la “minaccia” di sciopero da parte dell’Associazione calciatori e l’intemerata del Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che smentendo il suo stesso Governo parla di “atto irresponsabile”. “Non condivido la scelta della Lega di serie A di giocare, l’emergenza sanitaria non finirà tra qualche giorno. Il calcio riprenderà come e meglio di prima quando sarà finito tutto”, ha dichiarato Spadafora.


Così nasce lo stop di Parma-Spal, poi disputata con un’ora e un quarto di ritardo e un susseguirsi di trattative. In mezzo, la risposta del presidente della Lega di serie A, Paolo Dal Pino, a Spadafora: “Invece di fare demagogia – ha detto Dal Pino – il Ministro sia coerente con le proprie azioni di Governo ed emani un Decreto assumendosi le responsabilità che sta scaricando su altri”. Insomma, il calcio chiede che sia il Governo a fermare tutto per ragioni di salute pubblica, come fatto per altri settori.


A questo punto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha convocato per domani un Consiglio federale straordinario per affrontare la situazione e trovare una via di uscita. I giocatori sono per la linea dura e restano determinati a non voler scendere in campo. La sensazione è che si arriverà allo stop sino al 3 aprile, poi si vedrà. Il futuro dipende da un lato dall’evoluzione del quadro sanitario, dall’altro dalla disputa o meno dei Campionati Europei. In caso di annullamento, si potrebbero dilatare e quindi terminare i campionati nazionali. Non esistono precedenti, è dunque complicato immaginare altri scenari.