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L’argomento è molto serio, ma anche molto stimolante. E’ giusto o no che un capolavoro d’arte venga spostato dalla sua sede naturale per essere visto meglio dal pubblico?

La questione di cui si sta dibattendo a Genova, soprattutto tra storici e critici d’arte (c’è stato anche un intervento di Vittorio Sgarbi), riguarda la definitiva destinazione della superba Ultima cena di Giulio Cesare Procaccini, conservata nella basilica della Santissima Annunziata del Vastato e ora restaurata e restituita davvero al suo splendore originario.

Procaccini, bolognese del 1574, la realizzò nel suo soggiorno genovese intorno al 1618. Una tela enorme, quaranta metri quadrati con figure al doppio del naturale.

Il dipinto era sistemato prima nel refettorio e poi nella controfacciata della chiesa, molto in alto sulla porta, dentro una cornice sagomata. Una posizione difficile, che costringeva per essere guardata a terribili sforzi cervicali e oculari.

Restauro fatto al Centro di Venaria Reale di Torino, tappa a Milano, prima di tornare a Genova, con un grande riscontro di pubblico e di critica.

Ma ora dove deve essere sistemato il dipinto?

La disputa si è accesa su questa domanda. Va messo non certo dove era, così in alto e invisibile. Sarebbe un delitto non dare a tutti la possibilità di godere di questa meraviglia nel modo migliore e più agevole.

D’accordo. Ma deve restare alla Nunziata o, come propone qualcuno, deve traslocare in altra sede più “popolare” e centrale?

C’è chi ha ipotizzato Palazzo Ducale dove, ormai, secondo alcuni dovrebbe andare a finire ogni cosa, cominciando dal Cannone di Paganini. Chi Palazzo Tursi.

Personalmente, da semplice genovese che ama la sua città, credo che spostare l’Ultima cena dalla basilica della Nunziata sarebbe un vero tradimento culturale. Come se si decidesse di togliere la Circoncisione di Rubens dal Gesù perché dietro l’altare si vede male!

Giacomo Montanari, giovane e intelligente storico dell’arte sul Secolo XIX ha svolto una esauriente e documentata analisi, dimostrando come l’opera del Procaccini dovrebbe restare dove era, ma logicamente, sistemata in maniera più accessibile e adeguata.

Potrebbe esserci la possibilità, per esempio, di utilizzare stanze adiacenti alla chiesa e questa, forse, sembra essere l’idea più praticabile.

Ma al di là del fatto specifico è l’ipotesi del “trasloco obbligato” che trovo offensiva.

Il violino di Paganini non può stare nella casa natale del Maestro che le autorità comunali dell’epoca lasciarono fosse demolita al canto di "Stai sereno Niccolò"! Giusto pensare a una collocazione visibile anche per il carattere rock pop del musicista che sarà protagonista di una prossima mostra al Ducale.

Ma Procaccini dipinse per quella chiesa e allora perché mettere all’opera questa scippo d’autore?