politica

I rischi igienico-sanitari sono alti e piuttosto seri
2 minuti e 18 secondi di lettura
L'antefatto. La gestione dell'emergenza post alluvione è più complicata dell'allerta massima. Quando piove ci sono decisioni da prendere di pancia, immediate, spinti dall'istinto e con la fiducia in una macchina che dovrebbe essere attrezzata. Dopo, bisogna avere il coraggio di prenderle alcune decisioni. Ogni firma va ponderata. Ogni vertice istituzionale si dovrebbe assumere quei rischi che gli competono, in base al grado e al ruolo. Ma c'è chi sguscia.

Il fatto. la sola città di Genova deve smaltire oltre duemila tonnellate di detriti al giorno. Rumenta che amplifica l'emergenza spazzatura che, quasi ignorata, avanza in Liguria. La discarica di Scarpino è al collasso e nelle ultime ore il sindaco Marco Doria si è preso la responsabilità di firmare una proroga che il governatore Claudio Burlando ha declinato. Qualcuno vuole fare del sindaco il capro espiatorio. Ma stavolta Doria alza la guardia.

Con una lettera indirizzata a Claudio Burlando, da Palazzo Tursi fanno sapere senza mezzi termini che "a oggi, la Regione Liguria non ha ancora comunicato un elenco ufficiale dei siti alternativi per il conferimento dei rifiuti solidi urbani del comune di Genova e degli altri comuni che attualmente conferiscono a Scarpino". Da qui la necessità di sollecitare quindi "un intervento della Protezione civile regionale o un forte interessamento presso quella nazionale affinché sia emessa un’ordinanza che autorizzi lo smaltimento dei rifiuti nella discarica di Scarpino".

I rischi sono alti e anche piuttosto seri. Detriti e rifiuti che possono diventare una bomba igienico-sanitaria. Nel pieno centro di Genova, visto che Doria "ha assunto lo scorso 10 ottobre un provvedimento che consente lo stoccaggio in piazzale Kennedy dei rifiuti alluvionali e il conferimento dei rifiuti a Scarpino per la durata di 15 giorni". Per Palazzo Tursi una decisione "che non consente però la fuoruscita dall’emergenza e richiede un ulteriore provvedimento da parte di altri organi".

In parole povere, il sindaco sollecita la Regione a prendersi le sue responsabilità. In particolare l'assessore regionale e con delega ai Rifiuti, Raffaella Paita, sul tema e su altro si cela dal 9 ottobre dietro un assordante silenzio. Doria prosegue nel suo appello. "La messa in sicurezza della discarica di Scarpino comporta opere di regimazione delle acque e depurazione del percolato per un ammontare superiore a 50 milioni, in un’area metropolitana a elevato rischio idrogeologico". Un costo e un onere che, conclude Marco Doria, "non può essere responsabilmente lasciato ricadere sul Comune di Genova, ma deve essere affrontato come problematica di interesse regionale e nazionale".