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L'attivista storico pentastellato, ora in rotta col partito, attacca i Benetton e la classe dirigente
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Alessandro Di Battista, attivista politico già deputato M5S ora uscito dal partito dopo la scelta di Grillo e Di Maio di appoggiare il governo Draghi, parla della tragedia del Morandi e adombra che su di essa cada l'oblio: "Sono passati 937 giorni dalla Strage di Genova. Chissà quanti sono i milioni di euro incassati dai Benetton in questi mesi. Il tempo passa, sfuma i contorni al passato e via via si accetta quel che non dovrebbe essere accettato. Quel che un tempo indignava oggi si trasforma in passiva accettazione dell'ineluttabile. Come se revocare le concessioni ad un'azienda che per via di quel crollo ha subito arresti su arresti fosse ineluttabile. La politica si lascia distrarre da altro e distrae i cittadini con altro".

"La politica si ricorda di loro - prosegue l'ex deputato - battendosi il petto negli ipocriti minuti di raccoglimento o durante gli anniversari. Siamo il Paese degli anniversari, dei minuti di silenzio, dei farisei.

" Passa la tempesta mediatica, i Benetton l'hanno lasciata passare protetti nelle loro ville e distratti dai conti in banca che continuavano a gonfiarsi, e a gonfiarsi, e a gonfiarsi. Si sgonfiano le speranze delle vittime ed i parenti delle vittime del Morandi assomigliano sempre più ai parenti delle vittime di Ustica, della strage di Bologna, del Cermis. Resistono, sempre più soli e dimenticati" scrive ancora l'ex deputato M5S.

Per Di Battista sono "parole oscurate dall'acclamazione quotidiana (e del tutto immeritata) verso un Presidente del Consiglio che fu uno degli artefici della svendita delle nostre autostrade. Ma qui tutto si dimentica, dalla responsabilità dei nuovi santi alla morte degli innocenti. Ci sono gli anniversari però, giorni in cui lavarsi le coscienze".