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Il capo storico pentastellato, da tempo attestatosi su una linea autonoma, cita Enrico Mattei
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 Alessandro Di Battista chiede la nazionalizzazione di Autostrade. L'esponente storico del M5S, da tempo attestatosi su una posizione critica nei confronti della linea ufficiale del partito, va oltre la richiesta di revoca e cita Enrico Mattei per la proposta di ritorno integrale allo Stato dopo 21 anni.
Nel 1999, con D'Alema presidente del Consiglio, la principale infrastruttura del Paese era stata ceduta dall'IRI a una cordata guidata da Edizione, la capogruppo della famiglia Benetton, una storia imprenditoriale nel tessile.
Di Battista, in un articolo per Tpi ripreso sulla sua pagina Facebook, menziona una frase di Mattei, ambizioso artefice dell'autonomia energetica dell'Italia attraverso l'ENI, morto in un misterioso incidente aereo nel 1962.

"Prezzi bassi, benzina di qualità, investimenti nella distribuzione, motel puliti ed economici per i camionisti e, soprattutto, indipendenza energetica. Portare al consumatore tutto quello che è possibile". Queste le parole su cui Di Battista fonda la sua richiesta di nazionalizzazione di Autostrade per l'Italia (ASPI), la società dei Benetton.

"Dopo gli arresti dei massimi dirigenti di Aspi tra i quali l'ex amministratore delegato Castellucci, e soprattutto dopo la pubblicazione dei risultati delle perizie dei tecnici sul crollo del Ponte Morandi, neppure la revoca della concessione - è l'attacco di Di Battista - è sufficiente".
"Lo Stato - insiste il capo storico pentastellato - deve tornare a controllare le autostrade: oltretutto si tratta di infrastrutture costruite grazie alle tasse dei cittadini, dei consumatori ai quali si riferiva Mattei. Sono passati 868 giorni dalla strage di Genova. 868 giorni duranti i quali la famiglia Benetton ha continuato a incassare pedaggi su pedaggi. Ci sono stati 43 morti, centinaia
di sfollati, arresti illustri e parole scritte nelle perizie sul crollo che gridano vendetta. Se Autostrade per l'Italia avesse compiuto normali controlli e fosse intervenuta per contrastare la corrosione dell'acciaio dei piloni, il Ponte Morandi starebbe ancora in piedi".

"Oggigiorno, sebbene la tragedia del Covid abbia mostrato al mondo intero l'importanza dello Stato e della sanità pubblica, chi osa pronunciare la parola nazionalizzazione è considerato un eretico, un sacrilego, un blasfemo. Chi osa mettere in discussione le concessioni regalate ai privati viene dileggiato, irriso a mezzo stampa, disprezzato magari proprio da coloro che, a favor di telecamera, inneggiano a Mattei - conclude - e al suo grande senso dello Stato".