cronaca

28 secondi di lettura
 La corte d'Assise d'appello di Genova ha confermato la condanna a 30 anni per Claudio Borgarelli, l'infermiere che due anni fa uccise e decapitò lo zio Albano Crocco nel boschi di Lumarzo. I giudici hanno escluso la premeditazione e confermato la sussistenza dei futili motivi.



Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del nucleo investigativo, Borgarelli uccise lo zio perché non voleva che passasse sul suo terreno. Durante il processo d'appello Borgarelli ha chiesto perdono ai familiari leggendo una lettera di scuse dalla gabbia della corte d'assise. Anche in primo grado Borgarelli aveva ripetuto il gesto.