cronaca

La conta dei danni ha interessato anche locali e stabilimenti del litorale
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Il mare che piano piano si mangia la spiaggia, è questo lo scenario che dipinge Sturla e il suo litorale un anno dopo la mareggiata che mise in ginocchio Genova e la Liguria. Dal bagnasciuga che si ritira sempre di più alla distruzione dei locali, degli stabilimenti, dei circoli, una conta dei danni, calcolatrice alla mano, che difficilmente può essere dimenticata.

“Qui l’anno scorso non c’era più nulla, abbiamo avuto quasi 50 mila euro di danni, le barche contenute all’interno si erano completamente riempite di terra e di sabbia, abbiamo dovuto tirare fuori tutto con le nostre forze”, racconta a Primocanale Paolo Formica, presidente del Circolo Nautico Sturla. Nonostante i lavori di messa in sicurezza e la ripresa delle attività, la richiesta di coloro che hanno subito ingenti danni è chiara: soluzioni semplici per riuscire a contenere mareggiate come quella dell’ottobre dell’anno scorso.

“Non chiediamo che venga fatto chissà cosa ma vorremmo che si studiasse un modo per tenere sotto controllo mareggiate e situazioni di forte maltempo – spiega Formica – non siamo un circolo ricco e andiamo avanti con le nostre forze, più di tanto non possiamo spendere e se continuano a verificarsi danni di questa portata siamo costretti a chiudere”. E così, tra le proposte presentate, un molo a pennello, a qualche metro dalla spiaggia, che riesca ad arginare la potenza delle onde che, invece di infrangersi sul bagnasciuga, andrebbero a “sbattere” contro scogli o gabbie contenitive.