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A Stella San Giovanni (Sv) decimata popolazione ovina e caprina
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È di Stella San Giovanni, in provincia di Savona, l’ultima denuncia di attacco da lupo che ha colpito un’azienda zootecnica della zona, contando l’uccisione di ben 11 capi: continua la decimazione delle popolazioni ovine e caprine nell’entroterra ligure, mentre nell’imperiese neanche le mandrie di bovini in alpeggio vengono risparmiate. È questa la denuncia di Coldiretti Liguria, che ha specificato come dal 2015 ad oggi siano aumentati nell’intero arco regionale gli attacchi da lupo arrivato da oltre Appennino e, per troppo tempo, scambiato per cane selvatico.

Le aggressioni, sempre più frequenti, documentate da perizie veterinarie, colpiscono principalmente gli esemplari ovini e caprini delle aziende agricole, ma non di rado approfittano delle mandrie di bovini al pascolo, colpendo specialmente i vitelli, e causando gravi perdite sia economiche che in termini di produzione futura. Nel 2018 sono state 48 le denunce accertate come attacchi da lupo, per un totale di quasi 22 mila euro di risarcimenti riconosciuti.
Per il 2019 le segnalazioni e gli avvistamenti dell’animale nelle sole zone della Valbormida - Sassellese ed entroterra di Savona sono state numerose, e non accennano a diminuire nemmeno gli attacchi.

“Anche nella nostra regione – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato confederale Bruno Rivarossa - si è reso necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle dagli attacchi della fauna selvatica, poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono sufficienti per scongiurare il pericolo. La presenza del lupo è ormai documentata in tutta il territorio. La resistenza degli agricoltori è al limite ed è necessario trovare nuove modalità di azione che permettano di organizzare in maniera più efficace un sistema di gestione di questi animali predatori: serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e degli allevatori che con il loro lavoro continuano a presidiare e valorizzare il nostro entroterra. L’obiettivo che ci dobbiamo porre assieme alle istituzioni è quello di raggiungere la sostenibilità territoriale degli animali selvatici, mettendo in atto tutti gli strumenti –straordinari o no, che possano garantirla nel tempo”.