cultura

Intervista all'ex direttore di Corriere della Sera e Sole 24 Ore
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 "Ci salveremo", è questo il titolo del nuovo libro di Ferruccio De Bortoli, giornalista italiano, nonché già direttore del Corriere della Sera e de Il Sole 24 Ore. Il libro, uscito da poco in libreria nell'edizione Garzanti, porta come sottotitolo "Appunti di una riscossa civica" e da qui parte l'intervista di Mario Paternostro per Primocanale.

Un titolo finalmente positivo sul nostro paese, che lascia intendere una salvezza a patto che succedano determinate cose?

L'ottimismo deriva dal fatto che il nostro è un paese solidale e generoso tutto sommato, ma qualche "se" dobbiamo lasciarlo: ci salveremo se riscopriremo il senso civico, se avremo un maggior rispetto di leggi e regolamenti, se combatteremo l'evasione fiscale e se penseremo di più alle nuove generazioni.

Ci pensiamo troppo poco: tanti hanno lasciato le nostre città, ma è possibile farli ritornare?

I giovani che vivono e studiano all'estero hanno tutti un grande successo, quasi tutti hanno studiato qui e ora il loro lavoro crea reddito e occupazione da un'altra parte. Hanno tutti nostalgia di questo paese, ma qui contano poco e dovrebbero invece essere più al centro della società.

Cos'è il dividendo dell'antipatia?

E' quello che provano alcune società o multinazionali, ovvero la scarsa cura nei confronti della cittadinanza e della società, devono riconquistare la fiducia di chi sta intorno, che sono poi i loro clienti. 

Lei punta molto sulla formazione e sull'educazione civica...

La frase che dà il titolo al libro è tratta da un discorso di Aldo Moro, che è stato colui che ha inserito l'insegnamento dell'educazione civica, un insegnamento che progressivamente abbiamo perso. Adesso c'è un disegno di legge per reinserire l'insegnamento ma a costo zero: se c'è un insegnamento su cui andrebbe fatto un investimento, io credo sia quello dell'educazione civica. Poi non meravigliamoci però di quello che accade in politica e se la competenza viene giudicata male o irrisa.

Conosce molto bene Genova, qual è la principale sofferenza di questa città?

Io credo che, dopo la riscossa che c'è stata a seguito del crollo di Ponte Morandi, Genova abbia riscoperto la sua identità cittadina. Un po' meno di nostalgia e più progettualità. La memoria serve per non ripetere gli errori del passato e ricordare i sacrifici del passato, ma dovremmo riscoprire la virtù dell'investimento.

Cita il caso di Ponte Morandi a proposito di Atlantia e la figura del manager, come mai?

Io penso che Atlantia abbia sbagliato tante cose: si poteva fare qualcosa di più sul piano del gesto e della partecipazione. 

Quali sono le prospettive della nostra città considerato il tema delle infrastrutture? 

Mi sembra che la Gronda ormai sia sullo sfondo, il Terzo Valico va avanti: le infrastrutture servono, l'analisi costi-benefici serve ma se non si osa un po' i risultati non si ottengono.

Il caso Ilva è una brutta figura del Governo?

Con il caso Ilva facciamo una brutta figura tutti, dai privati alla magistratura. Arcelor Mittal è entrata per togliere spazio ad un competitor, se lo Stato però comincia a non rispettare un contratto non si può pretendere che poi gli altri lo facciano.

Le elezioni in Emilia-Romagna resteranno regionali e amministrative?

Caddero dei governi sulla base di elezioni regionali, come D'Alema nel 2000 o Veltroni che si dimise dopo il pessimo risultato delle elezioni in Sardegna. L'Emilia è senza dubbio un test importante, perché è difficile che resista un governo sbilanciato a sinistra tenendo conto del sentimento nazionale. In caso di sconfitta, non credo che questo governo resisterebbe. 

Tutti cercano questo centro che non si sa se esista ancora...

Mi sembra che il centro sia molto affollato di sigle, non sappiamo di quanti elettori. Ho l'impressione che avremo una polarizzazione anche nelle prossime elezioni politiche.

Riusciremo a salvarci davvero?

Come dimostra il caso Morandi, nell'emergenza diamo il meglio di noi. Abbiamo bisogno di normalità e serietà, un deficit molto più difficile da risolvere rispetto a quello economico.