"A me è capitato che una ragazza si sia spacciata per me su Instagram. Ha preso alcune delle mie foto e ha iniziato a pubblicarle. Le ho scritto e si è giustificata dicendomi che stava facendo uno scherzo ad un suo amico. L'ho subito segnalata facendole chiudere l'account".
Questa è solo una delle tante testimonianze del Safer Internet Day 2018, la giornata mondiale per la sicurezza su Internet che ha visto centinaia di studenti confrontarsi al Teatro Stabile di Genova. Regione Liguria per l'occasione ha deciso di riunire i ragazzi delle scuole medie e superiori genovesi, assieme a genitori e insegnanti proprio per discutere assieme e proporre soluzioni.
"Io vedo che su Youtube sono sempre in tanti pronti a prendere in giro per qualsiasi cosa ed è capitato anche a me", ammette un ragazzo tra il pubblico.
Il cyberbullo può colpire sempre e ovunque, nascosto dietro allo schermo di un pc o di uno smartphone. Secondo un sondaggio compiuto dallUniversità Cattolica di Milano, il 31% di ragazzi tra gli 11 e i 17 anni afferma di aver visto online di messaggi di odio: tra questi il 52% ammette di aver provato tristezza, il 35% disprezzo e il restante 13% rabbia. Secondo un'indagine del Corecom Liguria compiuta su studenti di terza media, il 18% dei ragazzi si è sentito infastidito navigando su internet o è stato contattato da adulti, il 27% ha ricevuto messaggi con richieste indesiderate o addirittura fotografie, oltre il 40% si è trovato, senza volerlo, su siti pornografici.
Per questo sono nate iniziative promosse dalle scuole genovesi: "Siamo qui a dirvi che dovete usare Internet e social, ma sapere che cosa fare", spiega l'assessore alla Formazione, Ilaria Cavo, che ribadisce l'invito della Polizia Postale "Prima di accendere smartphone o tablet accendete il cervello". Due i progetti presentati dagli studenti: l'istituto Comprensivo Vallestura ha promosso la lettura di alcuni testi, articoli e racconti a riguardo per poi realizzare due video con Sketch contro il cyberbullismo. L'istituto Montale con l'aiuto della Scuola di Robotica, invece, ha lavorato alla creazione di una vera e propria app, "Sun– Smart Use of Network", al momento disponibile per Android, che raccoglie testimonianze, un dizionario con i termini tecnici del web e una serie di consigli su cosa fare se ci si trova in determinate situazioni. Uno strumento utilissimo nato proprio dai ragazzi che i social li usano tantissime ore al giorno: Instagram stories, chat su Whatsapp, post su Facebook… Ma proprio perché fanno così parte della loro quotidianità, si possono facilmente trasformare in strumenti di odio più che di condivisione.
"Da una foto possono nascere commenti offensivi di ogni genere, dall'aspetto al carattere fino a etnia e religione. Io stessa alle medie ho subito episodi del genere", racconta Alice, una delle studentesse del Montale che si è occupata della app Sun.
Una giovanissima di seconda media dell’istituto Vallestura prende coraggio e rivela "Spesso si usano i gruppi di Whatsapp per escludere i compagni o prenderli in giro. Il problema è che non ci rendiamo conto che le parole rimangono scritte anche se le cancelliamo".
cronaca
Cyberbullismo, le storie vere dei ragazzi genovesi: "Quella volta che su Instagram..."
Safer Internet Day al Teatro Stabile: combattere i rischi della rete a colpi di app
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