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L'allenatore intenzionato ad affidarsi ancora alla vecchia guardia
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lI Genoa non fa festa dopo un derby da 3 anni e l’unica volta che ci è andato vicino è stato nel girone di andata con un pareggio per 1-1 strettissimo ai rossoblu’. Questa stracittadina indigesta da troppi anni per il Grifone racchiude e spiega le sue deludenti stagioni, visto che la stessa Sampdoria non ha certo svettato raggiungendo obiettivi importanti. Insomma, traducendo è da oltre 1000 giorni che da questa parte della città si vivacchia. Ora la formazione di Prandelli puo’ riscattarsi vincendo una partita che puo’ cambiare il giudizio e l’umore dell’intera tifoseria.


Tre punti possono far dimenticare tante delusioni raccolte sul campo e perfino la pericolosissima cessione di Piatek. In piu’ possono dare a Criscito e compagni il via libera per la salvezza e quindi prepararsi per un altro anno di serie A, il tredicesimo in modo continuato che è l’unico e ultimo, seppur non disprezzabile, baluardo sbandierato da Enrico Preziosi in faccia ai contestatori che sono parecchi. Per questo motivo il Genoa tutto deve interpretare il match di domenica come un punto d’orgoglio da quale ripartire a testa alta. Le ultime partite sono state un frullatore di emozioni: i colpo con la Juventus, poi i gravi scivoloni di Udine e con l’Inter quindi l’impresa stoica contro il Napoli.


Insomma il Genoa non lo si conosce mai abbastanza: affascinante, ammaliante, falso, generoso, abulico, a volte folle. Tutto nello spazio di poco tempo. Prandelli che deve fare a meno di uno che questa gara la conosce come Sturaro (assenza pesante), dovrebbe puntare sul cuore di Biraschi, sull’eleganza di Pandev e sulla voglia matta di Veloso emblema del vorrei ma non posso che ha caratterizzato questi ultimi campionati suoi e di tutti gli altri che sono passati di qui. Vincere si puo’, non solo per ragioni di ritardi statistici, intanto provarci avendone davvero voglia che è quello che da troppo tempo si aspetta la sua gente.