cronaca

Urne aperte domenica e lunedì, responso previsto per martedì pomeriggio
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Potrebbe essere Anna Canepa, pm alla Dna, ex segretario di Magistratura democratica ed ex vicepresidente dell'Anm, che rappresentò la pubblica accusa nei processi sui fatti avvenuti nel 2001 nei giorni del G8 di Genova, una dei due nuovi togati del Csm, in rappresentanza dei pubblici ministeri. Per il voto urne aperte domani, domenica 6 ottobre e lunedì, in tutti i distretti di Corte d'appello d'Italia per le elezioni suppletive. Al voto sono chiamati i circa 9 mila magistrati del Paese, che dovranno scegliere tra 16 candidati chi andrà a coprire i posti rimasti vacanti a Palazzo dei Marescialli a seguito delle dimissioni di Luigi Spina e Antonio Lepre che hanno lasciato il Consiglio dopo lo scandalo emerso dalle intercettazioni dell'inchiesta di Perugia.

Lo spoglio delle schede è previsto martedì e nel giro di poche ore saranno noti i nomi degli eletti, il cui insediamento al Csm è atteso per giovedì prossimo. Tra le candidature - presentate in gran parte come indipendenti, ossia non direttamente riconducibili alle correnti della magistratura - spicca quella del pm Nino Di Matteo, titolare a Palermo delle indagini sulla trattativa Stato-mafia, oggi sostituto alla Direzione nazionale antimafia. Oltre ad Anna Canepa e Nino Di Matteo, è stato fatto anche il nome di Fabrizio Vanorio, esponente di Md e pm a Napoli, che fu titolare dell'inchiesta su Silvio Berlusconi per la cosiddetta 'compravendita' dei senatori. Da Milano, invece, arriva la candidatura di Tiziana Siciliano, procuratore aggiunto nel capoluogo lombardo, che si è occupata dei casi Ruby ter e Dj Fabo.

Tra i candidati ci sono poi il procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere, Alessandro Milita, magistrato impegnato nella lotta al clan dei Casalesi e titolare anche dell'inchiesta sul caso di Tiziana Cantone, il capo della procura di Pisa Alessandro Crini - che si è occupato dell'indagine sulla morte del parà Emanuele Scieri, avvenuta 19 anni fa in caserma a Pisa - il sostituto pg di Venezia Paola Cameran, in passato impegnata in processi come quello sull'amianto nei cantieri di Monfalcone, il procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere Antonio D'Amato, il pm della Dda di Napoli Francesco De Falco, titolare delle indagini sulla 'paranza dei bambini', e il pubblico ministero di Bari Grazia Errede. E ancora, nella lista delle 16 candidature compaiono anche i nomi di Francesco De Tommasi, pm a Milano, di Anna Chiara Fasano (pm a Nocera Inferiore), di Andrea Laurino (pm ad Ancona), del sostituto pg a Bari Lorenzo Lerario, del pm di Roma Simona Maisto - che si è anche occupata delle indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi - e di Gabriele Mazzotta, procuratore aggiunto a Firenze, in passato pg in Cassazione.

La ligure Anna Canepa è nata a Sanremo il 12 aprile 1959 ed è stata nominata magistrato nel 1987, è diventata sostituto procuratore della Repubblica dopo il tirocinio a Genova iniziato nel gennaio 1988; è stata poi immessa nel possesso delle funzioni di sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Caltagirone nell’ottobre del 1989. Anna Canepa ha preso servizio presso la Procura della Repubblica di Genova il 5 agosto 1992. Dal ’93, per quattro bienni consecutivi, ha fatto parte della Direzione distrettuale Antimafia. Anna Canepa è attualmente uno dei venti sostituti procuratori della Direzione Nazionale Antimafia guidata da Federico Cafiero De Raho ed è titolare dei procedimenti originati dagli scontri avvenuti a Genova in occasione del vertice G8 nel luglio 2001. È il ruolo che occupava già nel 2015 quando fu colpita da un grave malore che la costrinse a un ricovero e a un lungo stop. Ma è rientrata da tempo nei ranghi e ha ripreso la sua attività. Attività che è fatta sicuramente di fascicoli processuali, analisi di documenti e redazione di relazioni, ma anche di un versante civico che il magistrato originaria di Ventimiglia, ha sempre praticato assiduamente. Ci sono anche convegni, dibattiti, pubblici confronti con gli studenti, sempre per esportare fuori dalle aule di giustizia il concetto di legalità e spiegare come le mafie possano radicarsi in territori inaspettati, con modi tanto invisibili quanto subdoli.