cronaca

La tesi dell'ingegnere savonese
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A poco più di 24 ore dal crollo del Ponte Morandi, a Primocanale, interviene anche l'ingegnere savonese Giampiero Suetta, direttore "San Giacomo Research Center" il laboratorio congiunto DITEN (Dipertimento d'Ingegneria Navale, Elettrica, Elettronica e Reti di Telecomunicazione).

"Secondo me, una seria e concreta ipotesi non banale come  causa del crollo, credo possa essere la "Frequenza di risonanza del Ponte"; crollo che nulla ha a che vedere con la manutenzione o altro. Tale Frequenza di risonanza dipende unicamente dalla dimensioni fisiche dell'oggetto e dai materiali usati. È noto che in caso di risonanza un oggetto può anche esplodere. Nello specifico se la massa dei mezzi in coda fermi a motore acceso con frequenze di oscillazioni meccaniche anche delle carrozzerie fosse stata vicino alla citata Frequenza di Risonanza del ponte le microoscillazione del ponte sicuramente avrebbero potuto subire un graduale aumento sell'ampiezza sino al crollo. Ipotesi non impossibile" spiega Suetta.

L'analisi dell'ingegnere ponentino va oltre: "Basterebbe posizionare dei sensori misuratori di stress  staing-gage) ed effettuare una misura anche una volta all settimana e mettere i dati in grafico. Così facendo dal grafico emergerebbe per tempo una eventuale modificazione strutturale. Stiamo presentando con l'Universitá degli Studi di Genova un brevetto per il controllo di pareti pericolanti in edifici storici".