cronaca

Dopo quanto avvenuto lo scorso 30 dicembre
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Non solo i vecchi manager di Autostrade per l'Italia ma anche quelli nuovi potrebbero finire nell'inchiesta sul crollo di due tonnellate e mezzo di materiale dalla volta della galleria Bertè, in A26 lo scorso 30 dicembre. La valutazione è in corso in questi giorni, anche alla luce dell'ultimo distacco di una ondulina dalla parte laterale della galleria Pietraguzza a Masone. L'inchiesta, coordinata dai pubblici ministeri Walter Cotugno e Stefano Puppo, viaggia su due binari paralleli: da un lato il crollo di fine anno, dall'altro il mancato adeguamento dei tunnel di lunghezza superiore ai 500 metri alla direttiva europea.

Autostrade, come tutti gli altri concessionari, avrebbero dovuto mettersi in regola entro aprile dello scorso anno. Data in cui tutti i vertici e i manager erano stati cambiati dopo quanto emerso dalle indagini sul ponte Morandi (crollato il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone) e i falsi report sui viadotti dell'intera rete gestita da Autostrade per l'Italia. Al momento in procura non è arrivata la relazione della polizia stradale di Ovada sull'intervento di martedì. Ma secondo quanto si apprende dal nono piano di palazzo di giustizia non appena arriverà la relazione verrà aperto un nuovo fascicolo.