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Ci sarà il pienone nell'Aula di Palazzo Madama nel pomeriggio di martedì 20 agosto. Il premier Conte alle 15 è atteso in Senato. Al centro la crisi di governo con la rottura tra le due componenti dell'esecutivo Lega e M5s. La frattura tra le parti sembra ormai netta e forse insanabile. Diversci gli scenari possibili, il primo è la rottura definitiva dell'asse di governo e un ritorno al voto, il secondo è quello di un nuovo esecutivo targato M5s-Pd (la maggioranza ci sarebbe anche a numeri), oppure anche quella di una ricucitura e un nuovo accordo tra Lega e M5s, ma questa sembra l'ipotesi più lontana. Attesa per capire quello che succederà anche tra i senatori della Liguria: 


"Aspettiamo di sentire quello che dirà Conte - attacca il senatore del M5s Matteo Mantero anche lui presente a Palazzo Madama -. Dobbiamo vedere cosa deciderà di fare la Lega". E sulla possibilità di ricucire lo strappo con il partito di Salvini il senatore Cinque Stelle è netto: La Lega è inaffidabile, lo ha dimostrato in questi giorni, rompendo l'accordo solo a scopo elettorale". E allora all'orizzonte anche la possibilità di un accordo con il Pd per un governo bis interno alla legislatura: "Valuteremo il tutto, se si fa sulla base di un programma comune e c'è una maggioranza perchè no?". In aula al Senato anche un altro senatore del M5s, Elena Botto che però preferisce non esprimersi e aspetta di sentire cosa dirà il premier Conte.

Sicuramente in Aula a Palazzo Madama ci saranno anche i senatori liguri della Lega Stefania Pucciarelli e Paolo Ripamonti. "Noi ci aspettiamo che Conte salga al Colle da Matterella e rimetta il mandato. Dobbiamo andare al voto in modo che gli elettori possano scegliere, i cittadini non sono caproni - spiega Ripamonti -. Ipotesi accordo M5s-Pd? Mi augoro che non accada, ma la politica ci ha sempre regalato sorprese. Una ricucitura della Lega con il M5s? Così non sembra possibile". Sulla stessa lunghezza anche Pucciarelli: "IAbbiamo già visto come ha ridotto il Paese il Pd, il loro ritorno al governo sarebbe andare contro il voto degli italiani del 4 marzo". E sulla possibilità di trovare un nuovo legame con il partito di Di Maio Pucciarelli resta possibilista: "ma si dovrebbe cambiare registro a avere molti più Sì rispetto ai tanti No di questo anno di governo".         



"Aspettiamo le parole di Conte per fare qualsiasi valutazione - spiega Raffaella Paita, deputata del Pd -. Noi abbiamo due grandi fari, il primo è l'interesse del Paese ed evitare l'aumento dell'iva e lo sfascio dei conti pubblici, il secondo è il rispetto per il presidente della Repubblica Mattarella e quelle che saranno le sue scelte". Presente in Aula martedì pomeriggio anche l'ex presidente di Regione Liguria, e senatore di Forza Italia Sandro Biasotti che però su quello che sarà il futuro non si sbilancia: "Siamo di fronte a una situazione troppo variabile". E allora l'attesa è tutta per quel che dirà Conte.


- LE IPOTESI SUL TAVOLO: Qualora il capo del governo rimettesse il mandato, entrerebbe in gioco Sergio Mattarella, con l'avvio delle consultazioni per verificare se esiste un'altra maggioranza che possa sorreggere un esecutivo o, in caso contrario, provvedere allo scioglimento delle Camere. Che potrebbe arrivare - con decreto del presidente della Repubblica - intorno al 26 o 27 di agosto. A quel punto il ritorno alle urne deve avvenire tra i 45 e i 70 giorni dopo lo scioglimento del Parlamento: sui calendari dei politici è già segnata in rosso la data del 27 ottobre, perché sono state convocate le elezioni regionali anticipate in Umbria.