salute e medicina

Si studia ipotesi di destinazione ad altra mansione non a contatto con il pubblico
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Il datore di lavoro che non sposta il dipendente no vax a altra mansione, non a contatto con il pubblico, potrebbe essere sanzionato per omissioni sulle norme della sicurezza del lavoro.

E' l'interpretazione su cui lavora la procura di Genova dopo il cluster in un reparto dell'ospedale San Martino e dopo la sentenza del tribunale del lavoro di Belluno che ha "approvato" le ferie forzate per 10 operatori di rsa che avevano rifiutato il vaccino.

"Ovviamente - dice il procuratore Francesco Cozzi - si dovrà valutare caso per caso, capire perché si rifiuta il vaccino. Occorrerebbe una normativa specifica per risolvere il problema".

"Al momento non c'è un obbligo vaccinale e il diritto dei lavoratori a rifiutare la somministrazione è garantito dall'articolo 32 della Costituzione. Ma dall'altro c'è il dovere dei datori di lavoro, sancito dall'articolo 2087 del codice civile, di tutelare l'integrità dei lavoratori e dei terzi che con essi vengono in contatto".
"Intanto - continua Cozzi - ci vorrebbe una normativa che stabilisce che il vaccino è un dispositivo di sicurezza, come effettivamente lo è. In ogni caso, soprattutto nelle professioni sanitare, l'ostacolo potrebbe essere superato interpretando il contratto di lavoro. Con la sua stipula ti obblighi a curare pazienti anche fragili e quando ti obblighi in tal senso devi adottare le tutte le misure affinché i pazienti non siano esposti a un possibile danno".
L'interpretazione della procura sarebbe applicabile non solo in ambito sanitario ma anche ad altri settori lavorativi. E una norma generale "serve anche per i cosiddetti riservisti per stabilire criteri chiari su chi si possa vaccinare per non sprecare le dosi", chiosa il capo dei pm genovesi dopo la notizia della vaccinazione di Pier Paolo Gianpellegrini, segretario generale della Regione, che l'11 marzo si è presentato all'Hub di confcommercio a Genova ottenendo una dose di Pfizer che era avanzata. "Occorre capire - conclude Cozzi - se questi 'riservisti' vengono chiamati da qualcuno".