cronaca

In tanti continuano a passare, problemi per i controlli sui respingimenti
1 minuto e 45 secondi di lettura
Impazza sui social il 'contro-bollettino' dei controlli, inaspriti da parte italiana, della frontiera di Ventimiglia tra Francia e Italia. La circolazione del Covid nella zona delle Alpi Marittime (da Cagnes-sur -Mer a Mentone, al confine con la Riviera Ligure) è molto alta: il tasso di positività dei test è al del 10,11% secondo gli ultimi dati di Public Health France da 3 settimane. Ci sono circa 800 nuovi casi ogni giorno, pari al 2,5% della media in tutta la Francia.

Eppure non si ferma il flusso dei francesi che superano il confine per andare a acquistare tabacchi esteri (che costano fino a 5,50 euro meno rispetto alla Francia), alcolici e cibo. Per questo sono nati sui social gruppi di informazione sulla capillarità dei controlli sia da parte francese che da parte italiana.

Intanto sono circa ottanta al giorno i migranti irregolari che vengono respinti alla frontiera di Ventimiglia, dopo essere stati sorpresi sulla linea di confine che varia di estensione, secondo specifici accordi internazionali. Nessuno di loro, però, viene prima sottoposto a tampone o test antigenico. Non ci sono controlli sanitari al valico di Ponte San Luigi. Diverso è il caso delle riammissioni, in cui il migrante viene ricevuto dalle autorità italiane soltanto se in possesso di tampone negativo.

"Se chiediamo ai cittadini stranieri di avere tampone negativo per oltrepassare il confine - ha detto Flavio Di Muro (Lega), di Ventimiglia, in qualità di membro del Comitato parlamentare di funzionamento della Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen - non ci devono essere scusanti o corsie preferenziali per i migranti. Se un migrante, che si trova in Francia viene riconsegnato dalle autorità francesi a quelle italiane e non ha un tampone negativo, non deve essere preso in carico, perché non possiamo essere noi a effettuare il tampone, se la Francia lo respinge". Questo, ha detto il sindaco Gaetano Scullino "è l'ulteriore segnale della necessità di un intervento coordinato tra lo Stato italiano e quello francese. Auspichiamo un dialogo ancora maggiore tra le due Prefetture, come sembra stiano già facendo molto bene le forze dell'ordine".