cronaca

Le parole del presidente di Luca Pallavicini
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Il nuovo Dpcm del Governo per contenere la seconda ondata di Covid nel Paese ha fatto scattare diverse proteste. Tra i settori più penalizzati i ristoratori. Ma anche Confcommercio Salute entra nel dibattito che si è venuto a creare. Luca Pallavicini, presidente nazionale Confcommercio Salute spiega: "Paghiamo e tanto sono le risorse dello Stato, 900 miliardi uno Stato che oggi, se giustamente impone un nuovo blocco per tutelare la salute, dall’altra non garantisce nulla, non supporta, non sostiene l’economia, ci abbaglia e confonde, ci illude e abbandona. La nostra Italia, il nostro Stato, il nostro Governo, le Regioni e tutti i politici devono iniziare a vestirsi di responsabilità concrete, incarnare non solo scelte ma atti, azioni di forza a sostegno della popolazione, delle aziende, del commercio, dell’industrie, della sanità, dell’artigianato, ma anche della scuola, della famiglia, degli emarginati; garantendo oggi il mantenimento del tenore di vita, giustificato dalle imposte e tasse pagate negli anni dalla popolazione".


Pallavicini prosegue: "La politica non può essere esito della popolarità, deve essere gestione concreta dell’economia di un paese volta a sostenere l’intero sistema in ogni sua forma, in ogni suo aspetto, in ogni sua declinazione e dettaglio. Il virus è arrivato in un Italia così, facile e impreparata, e ha prodotto danni e dolore, ha spogliato il paese, investito la popolazione, stravolto l’economia; ha preteso una riposta impossibile, una reazione irrealizzabile; ha colpito; ha cambiato tutto e tutti; ha mostrato le fragilità di tutti i Sistemi.
Dovremmo pretendere e proteggere e valorizzare la vita che è bene indisponibile. Non esiste una contropartita economica valida per far cessare la vita di un individuo. La vita vale più del debito pubblico. La vita vale più di una azienda, più del lavoro, ma il lavoro è vita".

Il presidente nazionale di Confcommercio Salute aggiunge ancora: “L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro” nasce così e non può morire diversamente, il lavoro va tutelato, le aziende non possono estinguersi, vanno salvate tutte, senza esclusioni, perché il lavoro è il fondamento della nostra costituzione e appartiene a tutti, definisce tutti noi cittadini, dalla nascita, per cultura, per storia, per discendenza.
Il Governo dovrebbe proporre a tutti i cittadini, di ogni ordine, una soluzione equa, semplice e protettiva. Si può chiudere nuovamente il paese, garantendo ai cittadini uno stipendio a tutti, siano imprenditori che dipendenti, subordinati, liberi professionisti, tutti i lavoratori! che sia realmente consono per tutti. Quindi attribuire un incarico specifico a tutti nel presentare le ultime cinque dichiarazioni dei redditi e, sulla media, garantire il reddito mensile, per ogni mese che l'attività svolta è stata chiusa, in conseguenza ad un contenimento di tutta la nazione. Vanno chiesti atti di solidarietà concreta a chi si sente di farlo, con attività di volontariato presso enti sanitari, per le strade, nei condomini. Solidarietà e sussidiarietà ai vicini di casa, ai malati del quartiere, agli ingressi degli ospedali, creando anche punti di ascolto virtuali, e comunque dando aiuto alle persone bisognose e fragili.

In questo modo e solo con questo approccio si potrà chiudere l’Italia il tempo necessario per debellare totalmente la malattia che, in conseguenza la coronavirus, si svilupperà e che, senza chiusura, provocherà ancora e ancora morti. In soldoni e senza retorica il costo di una politica di questo tipo, volta al sostegno delle aziende e della popolazione, per il governo, non dovrebbe superare un dodicesimo al mese di chiusura di quello che incassa regolarmente dalle contribuzione di tutti cittadini, cioè all'incirca 900 miliardi diviso dodici che non sono più di 75 miliardi" conclude Pallavicini.