salute e medicina

In pochi giorni +50% percentuale positivi su tamponi fatti
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L'epidemia da Covid-19 in Italia è in peggioramento, con un indice di trasmissibilitàche ha raggiunto l'1,50. Una situazione a fronte della quale il Governo e le Regioni stanno valutando misure più drastiche, a partire dalla restrizione alla mobilità e alle attività non essenziali. L'ultimo monitoraggio settimanale del ministero della Salute e Istituto superiore di sanità sull'andamento della curva epidemica traccia un quadro allarmante, invitando la popolazione a restare a casa quando possibile e a limitare tutte le occasioni di contatto.

La curva dei casi di Covid-19 in Italia "sta salendo in modo importante
, con un aumento del 50% della percentuale di positivi sul totale dei tamponi fatti in poco più di 10 giorni". Lo afferma Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, al culmine di una giornata in cui in Italia si sono registrati poco meno di 20mila nuovi casi positivi in un giorno. "Prevedo che la curva continuerà a salire fino al raggiungimento del picco e successivamente di una situazione di plateau, ma al momento il picco è ancora lontano".

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In questo momento "il 10% di coloro che fanno un tampone è positivo, ma in alcune Regioni siamo al 25% di positivi. E' evidente che siamo davanti a una circolazione epidemica di questa seconda ondata che sta continuando a progredire", sottolinea Bassetti. A fronte di questi numeri, secondo l'infettivologo e professore ordinario di malattie infettive all'Università di Genova, "bisogna evidenziare il messaggio che positività non vuol dire necessariamente malattia e che in presenza di scarsa sintomatologia bisogna restare a casa, curare le formi lievi e monitorare l'andamento, ma non recarsi subito in ospedale. E' fondamentale non intasare gli ospedali".


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Un punto importante per Bassetti, la necessità dii lockdown mirati per anziani e fragili. Con la attuale "crescita sostenuta dei casi di Covid-19 in Italia, andrebbe innanzitutto limitata la circolazione delle persone più fragili con patologie e degli anziani: penso che un lockdown mirato per queste categorie potrebbe essere il passo successivo, al fine di tutelarle dal contagio". Nelle zone dove la circolazione del virus è più sostenuta "bisogna stringere ulteriormente la cinghia e adottare misure più restrittive". A ogni modo "la speranza allo stato attuale è che questa circolazione molto alta del virus possa creare un minimo di immunità nella popolazione, anche se non si può parlare di immunità di gregge e ancora non sappiamo molto circa la eventuale durata di tale immunità", ha aggiunto Bassetti.


"Oggi c'è già una campagna vaccinale per gli over 65, per le persone immunodepresse e con malattie respiratorie: queste sono le persone a cui dovrebbe indirizzarsi". Quindi se non funzionasse il coprifuoco il prossimo passo prima del lockdown potrebbe prevedere il tenere in casa chi ha più di 65 anni? "Potrebbe esser una soluzione per evitare la chiusura totale". Così come è stato fatto nella prima fase dell'emergenza, secondo Bassetti bisognerebbe "tornare a remare tutti nella stessa direzione" e rispettare le regole. Perché se ciò non accade, anche l'anziano chiuso in casa rischia un contagio dai suoi famigliari. "Se vai a trovare la nonna, ti metti la mascherina e la fai mettere anche a lei. E invece di abbracciarla forte, la guardi da un metro di distanza che è bello lo stesso", ha concluso Bassetti