cronaca

Il sacrificio di Igor, infermiere del Villa Scassi, che vive lontano dalla famiglia
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“Ieri sera abbiamo fatto una cena insieme via Skype per poterci vedere un po’, ma è davvero dura”, racconta ai microfoni di Primocanale Igor Cartosio, infermiere dell’ospedale Villa Scassi di Genova. Una cena, una cena a distanza per provare ad attenuare la lontananza. Questa è la storia di Igor e Marta e dei loro due figli, che sotto l’ombra del Coronavirus hanno deciso di vivere in due case separate.


Igor è un infermiere dell’ospedale Villa Scassi e da oramai due settimane non vede più e non abbraccia più i suoi bambini e la sua Marta. “Nostra figlia, la più grande – ci spiega Igor – ha cinque anni, poi abbiamo anche un maschietto di due, c’erano dei momenti della giornata che erano solo nostri, adesso però non ci sono più. Lei è una bambina intelligente, le abbiamo spiegato che questo cattivo virus ha cambiato le nostre abitudini, ma non è affatto facile”. Come Igor, sono numerosi gli operatori del mondo sanitario che hanno deciso di allontanarsi volontariamente da casa per proteggere i propri familiari. È nata così, da un’idea di Marta, la pagina Facebook ‘casa disponibile per ospedalieri’, dove si possono offrire i propri appartamenti liberi, ad uso temporaneo. È necessario sottolineare che non ci sono pericoli per i proprietari delle case di contrarre il Covid-19 una volta finita l’emergenza, perché come ci diciamo tutti i giorni, questa buriana deve passare, in un modo o nell’altro.

E allora Igor, infermiere di professione, marito e papà a distanza di sicurezza dai figli, ribadisce l’importanza di accogliere e tendere la mano a questa nuova iniziativa: “Ci vengono fatte molte lodi in questo periodo ma abbiamo bisogno di qualcosa di concreto, qualcosa che metta al riparo noi e le nostre famiglie e il resto della cittadinanza. Oramai sappiamo tutti che chi lavora negli ospedali e nell’ambito medico è a rischio contagio, siamo i più esposti, chi può aiutarci vada sulla pagina Facebook ‘casa disponibile per ospedalieri’ e ci dia il proprio aiuto”. Fate la vostra parte, è importante.