cronaca

Il responsabile dell'ufficio Migrantes della Curia di Genova
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Se potesse parlare ora col presidente del consiglio Giuseppe Conte, gli direbbe che volentieri farebbe gli straordinari pur di celebrare di nuovo messa con i fedeli. Lo dice all'Agi don Giacomo Martino, parroco di San Tommaso, nel quartiere genovese di Oregina e responsabile dell'ufficio Migrantes della Curia di Genova. "Senza polemiche, del premier Conte ho apprezzato la gradualita' con cui sta agendo, però se potessi gli suggerirei di fare un correttivo, magari di stabilire una persona ogni tot metri quadri. Noi sacerdoti siamo pronti a fare i tripli turni, 5 messe in un giorno", spiega.

"L'uomo è fatto di tante cose, non solo di economia e numeri.
Tante persone hanno bisogno di vivere la propria fede comunitariamente. Lo streaming è invece one to one. Continui a immaginarti la comunità e sai che c'è oltre lo schermo, ma non è lo stesso". Dal divieto di celebrare messa, scattato ormai 2 mesi fa per evitare assembramenti e arginare il contagio da coronavirus, don Giacomo celebra messa online. "Ho il pallino della tecnologia: ho una mini regia sull'altare, schiaccio qualche pulsante e attivo 5 telecamere. I fedeli si connettono, ma quando dico 'Il Signore sia con voi' non ho nessuno davanti, guardo l'obiettivo". Il sacerdote ribadisce che "vi è' una dimensione, oltre quella economica che va salvaguardata con le dovute precauzioni: non siamo solo fatti di numeri".