cronaca

Spostamento nel punto vendita più vicino in altro comune consentito
1 minuto e 25 secondi di lettura
Sono consentiti "gli spostamenti per l'approvvigionamento di generi alimentari nel caso in cui il punto vendita più vicino e/o accessibile alla propria abitazione sia ubicato nel territorio di altro comune". Una circolare inviata ai prefetti da Matteo Piantedosi, capo di Gabinetto del ministro dell'Interno, precisa quando sono legittimi gli spostamenti.

Di fatto dopo l'ultimo decreto messo a punto del governo per cercare di limitare la diffusione del Coronavirus aveva sollevato dubbi in molte comunità dell'entroterra genovese e non sol. Diverse realtà comunali si sono trovare senza negozi di alimentari aperti e quindi nell'impossibilità da parte dei residenti di andare a fare la spesa (LEGGI QUI). Ora è arrivata la circolare che fa chiarezza su questo e altri punti.


Nella circolare del Viminale è spiegato infatti come il divieto alle persone di spostarsi "dal comune in cui attualmente si trovano", tranne che "per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute", si legge nella circolare, "persegue la finalità di scongiurare spostamenti in ambito nazionale, eventualmente correlati alla sospensione delle attività produttive, che possano favorire la diffusione dell'epidemia".

Rimangono tuttavia consentiti i movimenti effettuati "per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute, che rivestano carattere di quotidianità o comunque siano effettuati abitualmente in ragione della brevità delle distanze da percorrere. Rientrano, ad esempio, in tale casistica gli spostamenti per esigenze lavorative in mancanza, nel luogo di lavoro, di una dimora alternativa a quella abituale" o come detto per fare la spesa in un comune vicino in caso di mancanza di di negozi di genere alimentare nel proprio comune.